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sostegno Gli insegnanti specializzati insorgono, invitando a desistere da un progetto che toglierà   lavoro ai docenti precari che da anni si occupano del sostegno

Non si placano le polemiche sul Decreto Direttoriale n. 7/12 dello scorso Aprile, che ha stabilito la riconversione professionale di docenti soprannumerari su posto di sostegno. Gli insegnanti di sostegno specializzati ma precari, che da ciò verrebbero fortemente penalizzati, hanno avviato diverse forme di protesta, dai gruppi sui social network alla manifestazione che si è svolta in diverse città il 19 Giugno.  Non vi sono al momento certezze sui numeri, né sono bastate le rassicurazioni del sottosegretario Rossi-Doria, il quale aveva parlato di 2000 domande pervenute. Secondo fonti sindacali, infatti, solo in Sicilia ne sarebbero pervenute quasi 5000, eppure sarebbe pronta una bozza che prevede solo 800 partecipanti.

Il MIUR intanto comunica che da tutto il Paese sono giunte oltre 16 mila domande. Il numero relativo alla capienza dei corsi, però, sarebbe di circa 2000. Si susseguono cioè comunicati contrastanti, mentre cresce la preoccupazione dei tanti docenti di sostegno precari specializzati, cui tra pochi giorni scadrà il contratto di lavoro. Un lavoro che svolgono da anni, con assunzioni a tempo determinato reiterate. Non minore è la preoccupazione per la qualità dell'insegnamento agli allievi disabili che potrà derivare da riconversioni che i docenti in esubero saranno "liberamente costretti" ad accettare.

IL PARERE DI CARLO SCATAGLINI - Carlo Scataglini, insegnante specializzato ed autore del recente libro "Il Sostegno è un caos calmo. E io non cambio mestiere" ha scritto una lettera al direttore generale del Ministero Luciano Chiappetta, esprimendo il proprio punto di vista. In essa viene sottolineato come nel passato i corsi di specializzazione siano stati organizzati per docenti realmente interessati a lavorare sul sostegno, con lezioni in presenza, laboratori e tirocinio diretto ed indiretto, nonché con esami veri, relazioni di tirocinio e tesi finale. In tal modo è stata garantita una formazione iniziale di qualità , a partire dalla quale, con l'esperienza lavorativa, sono potute maturare competenze professionali, giorno per giorno, con fatica, studio, passione ed entusiasmo, con la motivazione di chi ci crede e che "magari da anni prende una nomina annuale e fa l'abbonamento del treno o prende una casa in affitto per andare a insegnare lontano da casa. Di chi, comunque, fa questo lavoro per scelta. Non di chi è costretto a farlo, per non perdere il proprio posto di lavoro".

IL SOSTEGNO E' UN CAOS CALMO - "Il sostegno è un caos calmo - continua l'autore della lettera -è un principio fondamentale che rende migliore la scuola. La motivazione, purtroppo, non si può dare per decreto, né attraverso un corso più o meno efficace. La motivazione deriva solo da una scelta. Una scelta personale, convinta e soprattutto libera. La scelta di fare sostegno, nella scuola pubblica, cercando di lavorare bene in vista dell'integrazione di tutti gli alunni e della crescita di tutto il sistema scolastico. "Il sostegno è un caos calmo. E io non cambio mestiere" è anche il titolo del suo libro appassionato, in cui può riconoscersi chiunque svolga la professione dell'insegnante di sostegno con reale passione. Non possiamo che consigliarne la lettura anche a chi prende decisioni normative dolorose, impopolari e probabilmente lesive del prioritario diritto ad un apprendimento e ad un insegnamento di qualità . Nella speranza di un ripensamento.
 

"Il mondo del sostegno è una specie di "caos calmo", un ossimoro disordinato e lento, generativo e immobile, difficile da vivere e magnifico, spaventoso e intrigante, per il quale niente è semplice o scontato, niente è uguale due volte di seguito".
(Carlo Scataglini)


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Tina Naccarato


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