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bambini che si tengono per manoUna scuola realmente inclusiva è fatta di alleanze, di incontri, di un domandare costante e mai pago delle risposte, in cui è richiesto il contributo di ciascuno

 


Nei nostri articoli abbiamo più volte sottolineato come il nostro Paese sia all’avanguardia in materia di normativa scolastica a tutela della disabilità, con la quale viene prospettata la piena integrazione in contesti inclusivi. Al tempo stesso, però, abbiamo più volte evidenziato come la realizzazione concreta di quanto prescritto dalle norme stenti ad affermarsi come prassi consolidata e continui ad incontrare, invece, numerosi ostacoli di natura eterogenea.


Vi è cioè una dettagliata regolamentazione sull’integrazione scolastica, che però può trovare realizzazione concreta solo in contesti inclusivi, a cominciare da quelli scolastici. Solo in essi, infatti, è possibile assicurare la piena ed uguale partecipazione al sistema d’istruzione ed alla vita della comunità.


Anche di tutto questo si è discusso nel recente Convegno di Rimini, nel corso del quel sono state avanzate numerose proposte per garantire il miglioramento della qualità dell’integrazione scolastica. A. Canevaro, soprattutto, nel corso del suo intervento, ha sottolineato la centralità della progettualità: l’integrazione, ha affermato lo studioso, prevede un orizzonte definito, mentre l’inclusione implica un percorso, un continuo andare oltre.


Inoltre, ha continuato Canevaro, non bisogna più pensare alle persone disabili come a persone che devono chiedere, ma a persone che devono dare. Il percorso insito nel progetto, infatti, non deve portare ad una risposta standardizzata, per categorie, ma  al contributo personale di ciascuno.


Per realizzare ciò occorre costruire un welfare della prossimità, che renda possibile un incontro non centrato sulla risposta, sulla categorizzazione, ma aperto all’elaborazione della domanda, che proviene invece dalla singolarità.


Per costruire inclusione, pertanto, c’è bisogno di un incontro veritiero, tra appassionati. Dall’incontro, infatti, nasce la reattività e proprio da essa scaturisce un progetto. Occorre perciò allearsi tra appassionati in un progetto...


In nostro augurio per il nuovo anno, dunque, è che tali alleanze possano trovare sempre maggiore diffusione e che tutti possano abitare il mondo avendo in esso un progetto. Esso sarebbe certamente un mondo più giusto.


Un recente libro di A. Canevaro ha come titolo Scuola inclusiva e mondo più giusto. Da dove partire, infatti, per realizzare un mondo più giusto se non proprio dalla scuola?
 

 

 

 


APPROFONDIMENTI

In disabili.com

L’inclusione troppo spesso è ancora sconosciuta

 


Come includere?
 

 



Tina Naccarato

 

 

 

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