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Presentato il nono Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (CRC) in Italia

Nel giugno scorso, nel 25° anniversario dalla ratifica in Italia della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, è stato presentato  il nono Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza in Italia, a cura del Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (Gruppo CRC.

Dal Rapporto emerge che in questi 25 anni la fotografia dei minori è molto cambiata: se nel 1991 rappresentavano il 19,7% della popolazione, nel 2015 sono invece il 16,6%, con un tasso di natalità sceso di oltre un punto percentuale. Sono 2.293.778 gli adolescenti dai 14 ai 17 anni che vivono in Italia e di questi 186.450 sono stranieri. Trascorrono molto tempo usando telefoni cellulari di ultima generazione e molti fanno uso di alcol, tabacco e droghe leggere; l'11,5% gioca d'azzardo on line e oltre il 50% ha subito azioni di bullismo e/o cyberbullimo. Studiano, ma molti di loro abbandonano dopo la scuola dell'obbligo, soprattutto gli alunni con disabilità. Il 2,2% non studia e non lavora, non è inserito in un percorso di formazione. L'Italia rientra tra i Paesi europei con il più alto tasso di dispersione scolastica: il 15% dei ragazzi tra 18 e 24 anni ha conseguito al massimo il titolo di scuola media.

L'adolescenza è uno dei focus presenti nel documento. La mappatura della situazione individua criticità su più fronti, a partire da quello istituzionale, dove emergono importanti lacune nelle politiche a supporto dell'infanzia e degli adolescenti. Vi è inoltre carenza di dati certi sulla complessa situazione delle persone di minore età che vivono fuori dalle famiglie di origine. In ambito sanitario persistono grandi disparità a livello territoriale, con le regioni del Sud fortemente penalizzate, sia nell'accesso ai servizi che nell'accesso alla prevenzione, nonché nella qualità dei servizi rivolti alla disabilità. Mancano, infine, indicatori per monitorare i processi di valutazione e progettazione educativa individualizzata. Il documento dedica ai minori con disabilità due paragrafi: uno sul diritto alla salute e l'altro sull'inclusione scolastica. Altri riferimenti alla disabilità si trovano anche rispetto ad altre tematiche, come ad esempio l'accesso ai media o l'attività sportiva.

Di positivo si evidenzia che è stato introdotto un Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale che garantisca interventi per nuclei familiari con figli minori, nonché un Fondo dedicato al contrasto della povertà educativa minorile. Il Gruppo CRC sottolinea la necessità di interventi educativi qualificati, che coinvolgano sinergicamente gli attori del quadrilatero formativo: famiglia, scuola, istituzioni e Terzo Settore. E' inoltre necessario investire, per permettere agli adolescenti di progettare percorsi di vita, di vivere fuori dalla marginalità, come protagonisti reali del tessuto sociale.

La novità più rilevante, rispetto allo scorso anno, è l'approvazione da parte dell'Osservatorio Nazionale Infanzia, del IV PIANO NAZIONALE di azione per l'infanzia, atteso oramai da tempo. Mancano però dati statistici relativi alla fascia di età tra 0 e 5 anni sul numero di bambini e bambine con disabilità. Questo aspetto mostra una carenza molto significativa, poiché collegato alle azioni ed agli interventi precoci. Non vi sono, inoltre, dati su aspetti di particolare rischio, come l'impoverimento, gli affidamenti, i maltrattamenti e gli abusi.
Si denunciano carenze nelle ore di sostegno, nell'erogazione dei servizi di supporto all'autonomia, nonché la presenza di barriere architettoniche, soprattutto al sud.
Niente di nuovo sotto il sole.

APPROFONDIMENTI

Nono Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (CRC) in Italia

Pubblicazioni del gruppo CRC


In disabili.com:

Ottavo rapporto IRC
 
Bambini disabili dimenticati


Tina Naccarato


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