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maestra e bambini seduti su una panchina La cronaca spesso riporta episodi di violenza da parte di genitori nei confronti di docenti: cos'è accaduto? Come si è arrivati a questo?

Qualche giorno fa un insegnante è stato aggredito e malmenato da un genitore, a cui aveva chiesto di spostare l'auto parcheggiata nell'area destinata a punto di raccolta degli alunni in caso di evacuazione.
Sempre nei giorni scorsi, il Messaggero ha riportato la vicenda di un docente che, a causa di un'insufficienza data, è stato assediato al citofono da genitori che si sono rivolti anche al giudice. Qualche mese fa una professoressa è stata picchiata selvaggiamente dai genitori di un'alunna che era stata bocciata. Un poliziotto, genitore di un alunno, ha insultato e aggredito una docente per aver ritenuto che un compito fosse stato copiato. Un'insegnante è stata aggredita dal padre di un'alunna per aver tolto il cellulare ad una ragazza, provvedimento previsto dal regolamento scolastico della scuola frequentata dalla giovane.
A rigore, il docente, nell'esercizio delle sue funzioni non è solo un incaricato di pubblico servizio, bensì un pubblico ufficiale e il codice penale riconosce il reato di violenza e  minaccia  a pubblico ufficiale, prevedendo anche la reclusione. Tuttavia, in molti casi, i docenti non sporgono denuncia o, invitati ad una soluzione pacifica, la ritirano.

La scuola è un universo molto esteso, in cui accadono tante cose, anche molto contrastanti. Accade anche che i docenti subiscano l'aggressività di alcuni genitori. Dalle loro esternazioni sui social network, si percepisce rabbia, sgomento, incredulità. Sempre più spesso appaiono timorosi, impotenti, spaventati per una parola forse fraintesa, per un rimprovero o per un'insufficienza data. Il ripetersi di incomprensioni e, sempre più spesso, di contrasti fra insegnanti e genitori, lascia trapelare un allarmante cambiamento: la contestazione è sempre paventata, lo scontro sempre temuto. Si sentono esautorati e spogliati di autorevolezza.  Si assiste ad un sempre più diffuso rapporto di sfiducia verso il ruolo dell'insegnante.

DSA SOSPETTI - Non solo. Nell'articolo sopra citato, qualcuno evidenzia che all'idea di ripetere l'anno, compare all'improvviso una diagnosi di Disturbo Specifico dell'Apprendimento o la richiesta di rientrare in altri Bisogni Educativi Speciali (BES). Viene istintivo porsi degli interrogativi di fronte alle centinaia di domande di certificazione che pervengono alle segreterie … viene da chiedersi se siamo davvero in un Paese di dislessici oppure se medici, psicologi e famiglie ci marciano. Le diagnosi costringono a promuovere sempre.

I RAPPORTI TRA GENTORI ED INSEGNANTI DI SOSTEGNO - Anche in questo caso le relazioni non sono semplici. In linea generale vi è maggiore confronto e dialogo,  ma non mancano le incomprensioni. Molto spesso le famiglie lamentano scarse competenze specialistiche dei docenti di sostegno, i quali, dal canto loro, evidenziano invece l'impossibilità di acquisirne in una realtà lavorativa precaria, in cui persiste la mancanza di continuità didattica. Gli insegnanti di sostegno, non di rado, soprattutto sui social network, lamentano anche difficoltà di relazione non solo con i genitori degli altri alunni della classe, ma anche, purtroppo, con i colleghi curricolari: dagli uni e dagli altri, sostengono, non ricevono l'adeguato riconoscimento del loro ruolo educativo.

La scuola, più spesso, non è questo. Però la scuola, a volte, è anche questo.
Val la pena, perciò, di ricordare l'importanza e la centralità della corresponsabilità educativa che  scuola e famiglia condividono.


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