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Anche il prossimo anno scolastico saranno moltissimi gli insegnanti di sostegno con incarichi annuali o temporanei. Come realizzare al meglio i processi di inclusione?

Molte volte ci siamo soffermati sul problema della precarietà dei docenti di sostegno, che in alcune regioni sfiorano quasi il 50% degli insegnanti incaricati. Quasi sempre le nomine dei docenti a tempo determinato, inoltre, sono tardive e in genere insufficienti a ricoprire il fabbisogno. Le famiglie presentano sempre più spesso ricorsi ai tribunali amministrativi, ottenendo ore in deroga, che implicano posti in deroga assegnati in modo ancora più tardivo, non di rado ad anno scolastico ampiamente avviato.  

Naturalmente, tutto ciò comporta un grande avvicendamento di docenti, non solo da un anno all’altro, ma anche nello stesso anno scolastico, poiché le scuole ricorrono a graduatorie spesso aggiornate ad anno scolastico già avviato. In tal modo, la continuità didattica, mai iniziata, è ben presto già finita. A fine anno scolastico, purtroppo, spesso i bilanci sono poco felici e, soprattutto, non emergono aspetti migliorativi con il passare degli anni.

Il D. Lgs. n. 66/17, nel tentativo di limitare la presenza di tali problematiche, aveva previsto che il dirigente scolastico potesse confermare il docente di sostegno precario dell’anno precedente. Tale disposizione, però, confligge con altre norme e infatti non è stato al momento pubblicato il decreto attuativo che potrebbe renderla applicabile.

Sussistono poi anche altre difficoltà, come la carenza dei docenti di sostegno specializzati e ciò comporta il fatto che molti docenti assegnati con incarichi temporanei o annuali siano privi del titolo adeguato. Sono stati attivati negli ultimi anni tre cicli di corsi di specializzazione, riservati a docenti abilitati, ma il numero dei posti concesso dal MIUR è piuttosto esiguo e assolutamente insufficiente. Le nuove modalità per conseguire i titoli necessari, previsti dai decreti delega della buona scuola, non sono ancora state avviate e non manca chi invoca l’attivazione di un quarto ciclo di specializzazione con le vecchie regole. Se consideriamo i pensionamenti ed i passaggi su posto curricolare di molti docenti che hanno superato il vincolo quinquennale, ci rendiamo conto che tale richiesta ha anche una sua ragionevolezza, quale risposta immediata ad un problema che, purtroppo, anno dopo anno persiste ed in modo significativo.

Non solo: paradossalmente il personale in possesso del titolo, anche se presente nelle graduatorie utili all’accesso al ruolo, molto spesso viene stabilizzato con estrema lentezza, vivendo anch’esso lustri di precariato nelle diverse scuole del proprio territorio. Ogni anno, così, si assiste ad una vera e propria ballata delle supplenze e non si ravvisano elementi di cambiamento positivo. Per il prossimo anno scolastico, ad esempio, non sono previste assunzioni su sostegno. Contestualmente, anche quest’anno è stata concessa mobilità annuale ai docenti in ruolo privi del titolo di specializzazione. Anche in questo caso, però, oltre alla mancanza del titolo, si tratta di assegnazioni annuali e, quindi, anche tale disposizione contribuisce a creare forte turn over.

Ne risulta, è evidente, l’erogazione di un servizio, se non parziale, certamente frastagliato e, soprattutto, la qualità incerta di una didattica che difficilmente può assumere su di sé un percorso educativo di lunga durata, dispiegato nel tempo, orientato al progetto di vita. La fatica di Sisifo. Se a questo aggiungiamo che non sono pochi anche i docenti curricolari precari, la continuità didattica ed educativa diviene alquanto improbabile ed incerta.

In attesa delle politiche per l’inclusione del nuovo governo si può fare ben poco. Un’iniziativa interessante, però, per consentire continuità didattica, almeno in alcuni casi, e almeno nell’anno scolastico in corso, è stata avviata recentemente dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Si tratta di un invito a segnalare al MIUR tutti i casi di discontinuità didattica, in modo da riuscire ad ottenere da esso una circolare da inviare a tutte le scuole, riguardante il rispetto di alcune norme.  Nello specifico, il D. Lgs. n. 66/17
prevede che per garantire la continuità didattica durante l’anno scolastico si applichi l’art. 461 del D. Lgs. 297/94, nel quale si prevede che non si dia luogo a spostamenti di personale dopo il ventesimo giorno dall’inizio dell’anno scolastico, anche se riguardano movimenti limitati all’anno scolastico medesimo e anche se concernenti personale delle dotazioni organiche aggiuntive.
La richiesta della FISH è di inviare a Raffaele Ciambrone (raffaele.ciambrone@istruzione.it), dirigente MIUR e per conoscenza alla Segreteria Nazionale FISH (presidenza@fishonlus.it) segnalazione di situazioni in cui vi siano stati spostamenti di docenti stabili o annuali dopo il ventesimo giorno dall’inizio dell’anno scolastico.

APPROFONDIMENTI

Anche quest’anno niente stabilizzazioni

In disabilicom

Docenti di sostegno sempre più precari

Relazioni interrotte
 

Tina Naccarato

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