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Gli alunni con deficit di attenzione e iperattività necessitano di azioni didattiche mirate e puntuali, sempre inclusive

Come già sottolineato nelle scorse settimane, si è tenuto recentemente a Roma un seminario Cei dedicato alla valorizzazione delle diversità nelle classi. All'interno dell'evento sono stati presentati suggerimenti e proposte per formare gli insegnanti ad uno sguardo adeguato verso alunni con diverse tipologie di difficoltà e disabilità, col obiettivo di condividere buone pratiche per una didattica inclusiva non solo per gli studenti con patologie gravi ma anche per quelli borderline, come ad esempio gli alunni con Adhd (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), cioè con deficit dell'attenzione e disturbo di iperattività. Iperattività, impulsività, difficoltà a prestare attenzione, difficoltà di apprendimento sono infatti situazioni con cui gli insegnanti in classe sono sempre più chiamati a fare i conti, all'interno di una normativa scolastica che, in questi anni, ha manifestato grande attenzione alle diverse problematiche del disagio.

La scuola, è stato sottolineato nel dibattito, ha naturalmente un ruolo estremamente importante nella tempestiva individuazione e segnalazione dei problemi emotivi e cognitivi legati all'Adhd e dunque, risulta necessario sensibilizzare gli insegnanti a riconoscere alcuni sintomi comportamentali e ad individuare le implicazioni emotive e relazionali dei disturbi cognitivi e di apprendimento che spesso accompagnano i bambini con questa diagnosi. I bambini iperattivi spesso vivono una condizione di fragilità e possono sentirsi soli e inadeguati ad affrontare la tempesta emotiva che vivono. A scuola tali disturbi sono spesso causa di uno scarso rendimento scolastico e di difficoltà ad instaurare relazioni positive sia con gli adulti che con i coetanei.

Cosa fare, dunque?
La nota ministeriale n. 4089/10, dopo aver indicato una descrizione dettagliata delle difficoltà specifiche degli alunni con ADHD, suggerisce alcune importanti procedure da attivare in presenza di un alunno con tale disturbo, come l'attenta analisi della diagnosi ed il rapporto costante con la famiglia e con gli specialisti che lo seguono. Infine delinea alcune importanti accorgimenti di tipo didattico.

E' opportuno che i docenti predispongano un ambiente che riduca al minimo le fonti di distrazione e prevedano l'utilizzo di tecniche educative di documentata efficacia, come ad esempio aiuti visivi, introduzione di routine, tempi di lavoro brevi e con piccole pause, gratificazioni e procedure di controllo su antecedenti e conseguenti.

E' inoltre importante definire con tutti gli studenti poche e chiare regole di comportamento da mantenere all'interno della classe, concordare con gli alunni piccoli obiettivi da realizzare nel breve periodo, stabilire ordine sul banco e tra gli oggetti. E' importante utilizzare materiali didattici con uso di diagrammi, tabelle, parole chiave e favorire l'utilizzo del computer. Nelle situazioni prestative occorre invece suddividere i compiti in più parti definendo le consegne in maniera molto chiara ed i tempi in modo preciso. In merito alla valutazione, infine, è importante concentrarsi sui contenuti. E' il caso di evitare punizioni di tipo sottrattivo (come ad esempio meno tempo per la ricreazione) o aumentativo (come ad esempio più compiti), rinforzando, invece, i comportamenti positivi con riconoscimenti immediati.

In ultimo, si sottolinea l'importanza della valutazione periodica del comportamento, tenendo sempre presente che esso è fortemente condizionato dalla presenza del disturbo. Ogni successo ed ogni difficoltà devono essere sempre condivisi con la famiglia e con gli esperti che seguono il bambino, in modo da stabilire insieme i percorsi adeguati alle diverse fasi e nelle diverse situazioni.

Buon lavoro a tutti.


APPROFONDIMENTI

Associazione Italiana Disturbi Attenzione e Iperattività (Aidai)

Associazione Nazionale Famiglie ADHD (Aifa)


In disabili.com

Bambini vivaci e distratti a scuola

Tina Naccarato


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