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bambino in classe alza la mano per rispondere Ancora diritti restituiti per sentenza: Il TAR del Lazio condanna il MIUR a risarcire un alunno disabile e il tribunale civile di Roma condanna il comune per discriminazione

Nei giorni scorsi alcuni quotidiani hanno dato spazio ad un’importante sentenza del Tar di Palermo che ha condannato il MIUR e l’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia ed ha previsto un risarcimento di mille euro per ogni mese in cui un alunno non ha avuto l’assegnazione del docente di sostegno, cui aveva diritto, come indicato dalla relativa documentazione medica e didattica.

Si legge infatti nella sentenza che a causa della mancata assegnazione, il minore non ha potuto fruire del percorso di istruzione di suo diritto perché impossibilitato ad accedere ai contenuti in assenza di misure compensative adeguate; non potendo partecipare alle attività didattiche, precluse dalla sua disabilità, il minore ha, quindi, subito un danno non patrimoniale.

Il tribunale ha inoltre riconosciuto il diritto di usufruire della presenza del docente di sostegno nel rapporto di 1:1.

I ricorsi da parte dei genitori ai tribunali amministrativi, come abbiamo nel tempo evidenziato, sono ormai un fenomeno diffuso, che non si è attenuato dopo le recenti immissioni in ruolo di numerosi docenti di sostegno. Il numero degli alunni con certificazione è infatti aumentato, mentre è rimasto invariato quello degli insegnanti di sostegno. Le ore ottenute in deroga tramite ricorso, inoltre, che riguarderebbero circa 30 mila docenti, sono assegnate tramite supplenza (organico di fatto), ma non è aumentato quello che viene invece definito organico di diritto, cioè il numero dei posti stabili assegnati ai docenti e ciò impedisce la loro continuità didattica.

Ancora una volta, dunque, il giudice è stato chiamato a ristabilire un diritto, sia pure precario, nella forma e nella destinazione delle risorse.

Le disposizioni dei giudici di questi giorni non hanno riguardato solo il MIUR; anche a Roma, infatti,  il tribunale civile ha accolto il ricorso presentato dai genitori di uno studente, impossibilitato a recarsi a scuola in carrozzina a causa delle barriere architettoniche presenti a scuola.

Restammo fuori, spiega la mamma del ragazzo, mentre i compagni e gli insegnanti di mio figlio entravano … Così sono stati violati due diritti sanciti dalla Costituzione: quello allo studio e quello alla non discriminazione. L’alunno, per poter frequentare le lezioni, è stato costretto a trasferirsi in una scuola lontana da casa, non frequentata da vecchi compagni, amici o conoscenti dell’allievo.

Il giudice ha condannato il comune a risarcire l’alunno con 7 mila euro.

Duro il commento dell’avvocato A. Gerardi, legale dell’associazione Luca Coscioni, che ha supportato la famiglia nella sua battaglia: Roma è la città più condannata in Italia per condotta discriminatoria, è quella con più barriere.


Nelle scuole, in tutte le scuole, l’obiettivo dell’integrazione è centrale. In alcune di esse, però, purtroppo essa inizia dopo il portone d’ingresso, in cima alle scale.

APPROFONDIMENTI

La pronuncia del TAR di Palermo

La sentenza di Roma


In disabili.com

La prassi dei ricorsi

Ricorsi collettivi

Tina Naccarato


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