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insegnante con bambiniLe modalità di assunzione della Buona scuola non tengono conto della vicinanza della sede e delle riserve previste per i lavoratori disabili

Non si placano le polemiche sul piano di stabilizzazione dei docenti messo in atto dalla cosiddetta Buona scuola.
A metà settembre sono state realizzate le nomine della fase B, con cui gli insegnanti, soprattutto di sostegno, sono stati destinati da un algoritmo a qualsiasi provincia italiana, sulla base dell'incrocio di punteggi e titoli. L'anno scolastico era però già avviato e, quindi, molti docenti nominati erano già materialmente in servizio altrove; sono stati perciò assegnati alla scuola di destinazione solo sulla carta e potranno ultimare l'anno scolastico nella sede in cui lo hanno iniziato.

Seguirà nei prossimi mesi la fase C, tramite cui, con la medesima procedura, altri docenti saranno destinati ovunque in base ai calcoli dell'algoritmo utilizzato dal MIUR. Anche in questo caso i docenti, se già titolari di un incarico annuale, potranno ultimare l'anno nella sede in cui lo hanno iniziato, non raggiungendo, quindi, materialmente, la sede di destinazione.

Questo meccanismo inedito ha suscitato non poche controversie, che non sembrano destinate a placarsi, anche in considerazione del fatto che prima del prossimo anno scolastico vi saranno altrettante inedite procedure di mobilità, a cui i docenti neoimmessi in ruolo potranno partecipare. La destinazione assegnata quest'anno dall'algoritmo, dunque, potrebbe non essere mai raggiunta e, verosimilmente, sarà difficile mantenere pure quella attuale. Con molta probabilità, i nuovi assunti dovranno spostarsi ancora, stavolta davvero tutti, forse a metà strada, forse chissà dove.

Comunque la si pensi in merito, una cosa appare abbastanza chiara: l'algoritmo di certo non tiene conto della continuità didattica, preziosa nella scuola, per tutti.

Un altro aspetto di cui la procedura sembra non aver tenuto conto è quello delle quote riservate ai lavoratori con disabilità, previste dalla L. 68/99. La denuncia è arrivata da C. Corneli, interna al comitato Riservistinruolo, secondo cui  il MIUR con il piano assunzioni non sta applicando questa legge, dato che l'algoritmo non tiene conto delle quote riservate e, pertanto, alcuni docenti disabili non sono stati assunti. Non solo: alcuni di essi, invece, sono stati assunti, ma in province distanti. Eppure, la L. 104/92 prevede il diritto alla sede di lavoro più vicina. Anche di questa legge la Buona scuola non ha tenuto conto e nella domanda non vi è stata nemmeno la possibilità di indicarla. Così, anche chi necessita di terapie salvavita, di chemioterapie, o di emodialisi, è potuto finire ovunque, avendo dovuto indicare cento province di destinazione. La situazione è al momento seguita da Anief, che sta promuovendo un'azione legale in merito.

Non sembra essere più rosea la situazione dei docenti disabili precari. Nei giorni scorsi la cronaca ci ha raccontato infatti la vicenda di  C. Cantoro, un'insegnante in carrozzina assegnata ad una sede non raggiungibile con i mezzi pubblici. Vorrei poter andare a lavorare, così ha chiamato una pagina facebook da lei creata. Vorrebbe andarci infatti e lo farà. Se riuscirà a raggiungere la sede di lavoro.

Anche questa è inclusione. Mancata. Come in tanti altri casi.

APPROFONDIMENTI

La Buona scuola non tiene conto dei docenti disabili

In disabili.com

Speciale lavoro disabili

Tina Naccarato


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