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CINEMA e inclusione: teste di ragazzi di spalle al cinema Sono molti i film che trattano di scuola e molti quelli che si occupano di disabilità . Eppure, nonostante ciò, il tema dell'integrazione scolastica della disabilità è poco trattato

La scuola è un ottimo osservatorio per indagare il reale ed il cinema ne ha fatto da tempo luogo privilegiato per rappresentare i problemi e le tensioni della società . La classe, infatti,  è terreno di incontro tra individui diversi per provenienza sociale, etnica, culturale o per condizione personale e, all'interno di essa, le occasioni di confronto sono plurime e costanti. Tuttavia, se le problematiche di tipo sociale o culturale sono state ampiamente affrontate in molti film, altri temi, invece, come l'intercultura o l'integrazione degli allievi con disabilità , fanno ancora fatica ad emergere in maniera diffusa ed approfondita. Le pellicole che trattano di inclusione scolastica, in particolare, sono davvero poche.

In un articolo pubblicato nei mesi scorsi sul periodico nazionale "DM" della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) si sottolineava proprio questo "vuoto", come i film che si occupano di inclusione scolastica delle persone con disabilità siano davvero pochi, soprattutto in considerazione del fatto che sono invece numerosissimi sia quelli dedicati alla scuola che alla disabilità . In esso venivano poi indicate le esperienze più significative.

CINEMA, SCUOLA E DISABILITA' - Il ragazzo che sapeva volare, ad esempio, racconta la storia di un bambino autistico convinto di poter volare, che prima di essere internato in un manicomio frequenta una scuola, dove stringe amicizia con un coetaneo. Un altro film, Basta guardare il cielo, affronta invece il tema della disabilità fisica grave e dell'amicizia tra due compagni di scuola. In entrambi i titoli, però, al centro sono le vicende personali dei protagonisti, mentre la scuola resta sullo sfondo. 

DOCUMENTARI E FICTION - Alcune esperienze relative al tema dell'integrazione scolastica, si ritrovano invece nel settore documentaristico, con I diversi (1980!), di Vittorio De Seta o in Crisalidi, di Mirko Locatelli. In quest'ultimo viene chiesto al alcuni adolescenti, disabili e non, di parlare del rapporto con il proprio corpo. Poiché la macchina da presa mostra gli intervistati dal busto in su, solo alla fine si può capire chi è in carrozzina e chi non lo è. Nella fiction Fuoriclasse, invece, le vicende sono incentrate su una scuola in cui è presente anche un allievo disabile, mentre nel lungometraggio Prima la musica, poi le parole di Fulvio Wetzl, infine, si racconta la vicenda di un bambino con difficoltà relazionali, che si esprime con un linguaggio particolare.

I titoli, riportati, dunque, sono davvero pochi ed inoltre sfiorano appena il tema dell'integrazione e dell'inclusione scolastica, senza mai affrontarlo fino in fondo. Certamente, come evidenzia anche l'articolo del periodico "DM", cui si è fatto riferimento, alcuni titoli potranno essere sfuggiti a questa breve presentazione. Altrettanto certamente, però, è una pagina del cinema che resta ancora tutta da scrivere.


APPROFONDIMENTI

Archivio DM

Cinema e integrazione alunni stranieri


In disabili.com

Cinema e disabilità


Tina Naccarato



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