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Il Miur ha autorizzato oltre 13 mila immissioni in ruolo su posto di sostegno. Non saranno però sufficienti a garantire continuità didattica

In questi ultimi giorni di agosto gli uffici scolastici stanno procedendo alla nomina dei docenti destinatari di contratto a tempo indeterminato. I posti che sono stati autorizzati per il sostegno sono circa 13 mila e, in particolare, poco più di mille per la Scuola dell’Infanzia, oltre quattromila per la Scuola Primaria, più di seimila per la Scuola Secondaria di Primo Grado e poco più di milleseicento per la Scuola Secondaria di Secondo Grado. Si tratta di un numero di stabilizzazioni non certo sufficiente al fabbisogno.

I dati nel dettaglio mostrano inoltre alcune criticità: sono davvero esigue, ad esempio, le disponibilità previste per province come Napoli o Palermo, a fronte di un numero molto elevato di posti presenti in organico di fatto. Saranno cioè poche le assunzioni per ogni ordine e grado e però saranno moltissime le supplenze. Sono invece tantissime le disponibilità previste per la provincia di Milano, circa duemila, ma molto probabilmente non tutte potranno essere assegnate per mancanza di docenti specializzati. Anche in questo caso, dunque, molti incarichi saranno assegnati a supplenti annuali e temporanei, privi di specializzazione.

Sono presenti pertanto le medesime dinamiche degli anni scorsi che, a causa delle consuete problematiche persistenti, renderanno ancora una volta molto difficile garantire continuità didattica ai docenti di sostegno ed agli alunni. Al sud, infatti, le stabilizzazioni saranno più esigue e molti posti verranno assegnati ai docenti in mobilità annuale, anche in ruolo ma privi di specializzazione. Essi verranno comunque trasferiti solo per un anno e, quindi, non potranno garantire l’avvio di percorsi sul lungo periodo. Al nord le immissioni in ruolo previste sono invece molte di più, in presenza di un più elevato numero di alunni, ma saranno moltissime anche le necessità in organico di fatto, anche a causa del fenomeno della mobilità annuale che riporta i docenti nei territori di provenienza. I docenti specializzati presenti nelle graduatorie, inoltre, saranno del tutto insufficienti a non potranno rispondere che in piccola parte al fabbisogno. Ancora una volta saranno assegnati alle classi docenti con incarichi annuali, molto spesso privi di specializzazione. A ciò si aggiunge, limitatamente alle scuole dell’infanzia e primaria, la vicenda dei diplomati magistrali inseriti nelle graduatorie con riserva, i quali possono essere assunti, però con la clausola risolutoria da applicare al momento della pubblicazione delle sentenze di merito. Il loro contratto, con sentenza definitiva, potrà essere trasformato in contratto a tempo determinato. Anche in questo caso, naturalmente, verrà meno la continuità didattica.

Persistono dunque più problemi concomitanti. Da una parte, infatti, tra l’organico di diritto (posti stabili previsti) e quello di fatto (posti effettivamente necessari) vi è uno scarto altissimo: sono circa 90 mila i primi e circa 140 mila i secondi e ciò implica l’attivazione di oltre 50 mila cattedre temporanee. Dall’altra persiste il problema della carenza di docenti specializzati. Il numero autorizzato dal MIUR per l’attivazione dei corsi di specializzazione e previsto per le diverse università è infatti ben lontano dal fabbisogno e spesso non rispondente alle realtà territoriali. Capita cioè che presso alcune università vengano attivati corsi per un numero di docenti particolarmente insufficiente rispetto alle esigenze del territorio. Al momento, inoltre, non sono attivi percorsi di specializzazione, poiché l’ultimo corso attivato è giunto a conclusione solo pochi mesi fa.

Ogni inadeguatezza, ogni debolezza, ogni carenza di risposta da parte del sistema, purtroppo, ricade sugli alunni, i quali, anno dopo anno, continuano a ritrovarsi docenti diversi, non di rado non adeguatamente formati per il ruolo che ricoprono.

Siamo purtroppo costretti a ripeterci: niente di nuovo sotto il sole.

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Tina Naccarato

 

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