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anffas logoQual è il criterio che ha ispirato i tagli dei posti agli insegnanti degli alunni disabili?

Ci appassiona, ci percuote, ci assilla in questi giorni piovosi di pioggia e bagnati di sudore freddo, un inquietante interrogativo.
Mentre genitori diversi si dibattono su quali più o meno griffati corredi acquistare, ci affacciamo alla porta degli istituti scolastici con trepidante ansia e ne usciamo, purtroppo, con sicura delusione.
Il mistero, su cui grava una coltre, tanto trasparente quanto impenetrabile, è quella che potremmo definire dell'insegnante scomparso.

Infatti, nonostante tanto rumore, tante tabelle, tante riunioni condotte anche dalle associazioni dei genitori in auguste sedi (la Regione) con concorso di tante 'parti sociali' (Sindacati, CSA, etc), nonostante spiegazioni matematiche ed assicurazioni sincere, si è verificato quello che si temeva e che avevamo sperato, assai invano, di evitare: la concreta, indiscutibile, reale, non nascondibile riduzione delle ore di sostegno agli alunni disabili. Anche ai gravi, anche ai gravissimi, anche ai certificati secondo legge, anche a quelli muniti di ogni possibile 'imprimatur'.
Ebbene quest'anno Giulio e Daniele oltre a tanti altri hanno trovato 9 ore al posto di 13 o 18 dell'anno passato, altri che potremmo chiamare Mario, Francesco o Giovanna, hanno invece due, a volte anche tre, compagni disabili a classe, spesso ognuno con un insegnante impegnato per la sua frazione di tempo. Altri alunni, infine, 'ancora non sanno' e restano 'in attesa di giudizio'...
Assurdo? Ebbene sì, non solo perché in effetti il diritto allo studio sembra trasformato in un terno al lotto e l'integrazione scolastica in un mito più grande del Jack Pot da tutti già inseguito e favoleggiato, ma perché ovunque dilaga - e fa male, fa male a tutti - un diffuso e radicato senso di confusione assoluta, di sfiducia in chiunque, dalle istituzioni, dia una qualsivoglia notizia, in un senso comune di 'presa in giro', cui si aggiunge la pena autentica verso i propri figli ed anche per quegli altri 'figli di madre' , che sono le persone che hanno perso il lavoro e sulla cui sorte ancora si dibatte.

Che dire, inoltre, del ruolo stesso delle associazioni che si sono riunite per tempo, che hanno partecipato a tavoli tecnici, che hanno confutato i dati cercando di capire con un minimo di lucidità la situazione e che oggi raccolgono un ancor maggiore scoramento.
Il discorso si sposta ora dalle questioni generali a quelle concrete dei singoli, non perché quelle non siano importanti, ma perché da queste si susciti una risposta per tutti e queste risposte dovranno inevitabilmente essere ricercate in ogni competente sede.

Se Giulio o Daniele non hanno tutte le 13 (o 18) ore che avevano lo scorso anno, se il limite al numero complessivo degli insegnanti ha carattere programmatico e organizzativo su scala azionale e non può incidere sulle posizioni individuali che vanno considerate caso per caso, se la certificazione a sostegno della richiesta di Giulio o Daniele è vera e sacrosanta, regolare e tempestiva, dove sono andati a finire gli insegnanti scomparsi ?
Insomma se i posti di sostegno sono stati tagliati ad alunni che ne hanno legittimamente necessità e diritto quale è il criterio, il "senso di giustizia" di questo taglio? Quale è la risposta vera alle famiglie, agli alunni, anche agli insegnanti? Forse che questo Paese non può o non vuole più permettersi i costi della presenza a scuola dei nostri figli 'diversi'?
Se fosse questo, Dio non voglia, il treno che passa, per favore fateci scendere.

Gabriella d'Acquisto (Presidente Anffas Onlus Regione Sicilia)


INFO:

http://www.anffasicilia.net


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Redazione

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