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Abilitazione e specializzazione nei Paesi dell’Unione Europea: il Miur assicura controlli sul loro valore formativo

L’accesso ai percorsi di abilitazione all’insegnamento e di specializzazione per il sostegno in Italia è spesso precluso da selezioni molto severe. Alcuni aspiranti docenti scelgono pertanto di conseguire i titoli richiesti all’estero. Si tratta però dei medesimi percorsi? Sono previste verifiche per il loro riconoscimento?

Già in passato ci siamo occupati del conseguimento del titolo di specializzazione per il sostegno all’estero e, in particolare, in Romania. Il fenomeno, che sembrerebbe essere piuttosto diffuso, ha destato non poche preoccupazioni, in quanto si tratterebbe di percorsi ben più rapidi e meno impegnativi rispetto a quelli previsti in Italia. Questi ultimi, infatti, sono decisamente articolati e complessi e, pertanto, avrebbero un valore formativo molto più rilevante e rispondente alle didattiche inclusive vigenti ormai da tempo nel nostro Paese.

La vicenda, naturalmente, è stata monitorata dal MIUR e, tuttavia, si è protratta nel tempo. Si è giunti così nei mesi scorsi ad un’interrogazione parlamentare da parte della deputata M. Carocci, proprio a partire dal numero elevato di decreti attuativi emanati per il riconoscimento dei titoli conseguiti in Romania. Tale riconoscimento è previsto da specifiche norme europee e, perciò, nell’interrogazione, venivano richieste verifiche in merito al fatto che tali percorsi corrispondessero a quelli realizzati in Italia.

Il MIUR ha dunque chiarito il quadro generale rispetto a questo tema, specificando che il riconoscimento della professione docente avviene in attuazione del principio della libera circolazione delle professioni all’interno dell’Unione Europea. Non esiste però un riconoscimento automatico dei titoli ottenuti all’estero. La Direttiva 2013/55/CE è stata recepita in Italia dal D. Lgs. n. 206/07 e poi dal D. Lgs. n. 15/16, in cui si prevede la valutazione dei titoli attraverso l’analisi comparata dei percorsi formativi previsti nei due Stati membri coinvolti.
Gli esami del percorso e il tirocinio devono essere svolti nel Paese che rilascia il titolo e nella lingua di quel Paese. Il riconoscimento del titolo in Italia può essere ottenuto a condizione che gli insegnamenti trovino corrispondenza nell’ordinamento scolastico italiano. È prevista pertanto un’attenta analisi della documentazione prodotta.

Il Miur ha inoltre precisato che le istanze presentate negli ultimi anni non sono molto numerose e che generalmente non riguardano il percorso di specializzazione per il sostegno didattico. Non sussistono, inoltre, convenzioni tra il ministero e le università straniere. Per tale ragione, chi volesse intraprendere percorsi di specializzazione o di abilitazione all’insegnamento all’estero, all’interno dei Paesi dell’Unione Europea, deve accertarsi che tali percorsi siano di fatto abilitanti nel Paese in cui si intende conseguirli. Solo in seguito potrà essere possibile inoltrare domanda di riconoscimento al Miur, che si riserverà di effettuare le verifiche previste sulla loro corrispondenza ai percorsi conseguiti in Italia prima di procedere ad eventuale valutazione positiva degli stessi.

Per approfondire:
Abilitazioni all’estero: sono state fatte le verifiche?

In disabili.com:
Come si diventa insegnanti di sostegno in Italia?
 

Tina Naccarato

 

Immagine di copertina: Disegnato da Freepik

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