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isolamento: persona sola seduta per terra Il tribunale di Bologna ha affermato il diritto di un alunno a beneficiare della presenza a scuola di un operatore ABA per alcune ore al mese. Crescono intanto i percorsi formativi per gli addetti ai lavori

Tutto era iniziato qualche mese fa, quando il Tribunale di Bologna aveva accolto il ricorso dei genitori di un alunno con autismo che si erano visti negare dall’AUSL il diritto ad utilizzare la presenza di 3 ore mensili a scuola di un supervisore specializzato nel metodo ABA-VB con certificazione BCBA. Contro tale provvedimento, poi, L’AUSL di Bologna aveva proposto un reclamo che, nel dicembre scorso, è stato rigettato dallo stesso tribunale.

La motivazione della sentenza ha fatto riferimento al fatto che il metodo ABA aveva prodotto risultati significativi sul minore e che la sospensione avrebbe potuto determinare un'interruzione della continuità assistenziale. Il provvedimento ha dunque sottolineato che, mentre altre terapie svolte non avevano dato risultati significativi, il metodo ABA aveva invece prodotto rilevanti progressi, con effetti positivi nella comunicazione. Accertato nel caso concreto che lo stesso ha prodotto risultati significativi, si legge nella sentenza, non ha nessun senso logico, né tantomeno terapeutico, avvalersi di un diverso metodo.

Tale terapia è del resto prevista dalla normativa sanitaria, essendo uno dei tre principali metodi terapeutici indicati dall’Istituto Superiore di Sanità per il trattamento dei bambini con disturbi dello spettro autistico. Si tratta infatti di strategie validate scientificamente nel mondo e consigliate dalla Linea Guida n. 21, prodotta dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2011.

Questa sentenza, naturalmente, riguarda un caso specifico. Considerata però la crescente presenza di alunni con autismo nelle scuole e l’accoglienza di tale metodo da parte di un numero sempre crescente di famiglie, essa è certamente molto importante. Richiama inoltre la riflessione sulla problematica della formazione specialistica dei docenti in merito alle difficoltà degli allievi con autismo.

LA FORMAZIONE DEI DOCENTI – A tal proposito, è bene sottolineare che i nuovi corsi di specializzazione per il sostegno prevedono insegnamenti di modelli di intervento psico-educativi, di pedagogia e didattica speciale riguardanti i disturbi generalizzati dello sviluppo. Si stanno diffondendo, inoltre, i percorsi universitari post lauream ad essi dedicati. Presso l’università di Reggio Emilia, ad esempio, è stato avviato il nuovo ciclo del corso di perfezionamento in Tecniche comportamentali per bambini con autismo e disturbi evolutivi globali, rivolto a tutti coloro che si occupano di bambini e ragazzi autistici, che mira proprio a diffondere l’Aba e le sue strategie. Non mancano inoltre le esperienze di formazione nelle scuole; a Cava Dei Tirreni (Sa), ad esempio, è partito il progetto pilota Aba, con la collaborazione dell’associazione Children’s Smile, che prevede il coinvolgimento di dirigenti scolastici, docenti e genitori.

Si prospetta perciò per il futuro una formazione in ingresso ed in servizio più consapevole delle specificità dei disturbi pervasivi dello sviluppo.



APPROFONDIMENTI

Il parere di Salvatore Nocera


In disabili.com

Spettro autistico: come intervenire a scuola?

Il costo dell’autismo

Tina Naccarato


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