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sostegnoPresentato un progetto avveniristico con al centro le competenze degli insegnanti e la costituzione di sportelli unici iper-specializzati a supporto  delle famiglie e delle scuole

Il 14 giugno scorso è stato presentato a Roma il corposo Rapporto Gli alunni con disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte, elaborato dalla Fondazione Giovanni Agnelli, dalla Caritas Italiana e dall'Associazione Treellle. In esso sono contenute due proposte rivoluzionarie sull'integrazione scolastica, destinate a far discutere: In linea con gran parte dei Paesi europei, preparazione di base in pedagogia e didattica speciale nella formazione di tutti gli insegnanti - iniziale o in itinere - e per tutti i gradi scolastici (non prevista dall'attuale percorso formativo per la scuola secondaria) e Passaggio graduale degli insegnanti di sostegno all'organico normale delle scuole. Il Rapporto è stato pubblicato da Erickson, casa editrice molto impegnata sulle tematiche della disabilità e dell'handicap.

LA PROPOSTA - Nel corso dell'incontro, gli interventi politici di Valentina Aprea e Letizia  De Torre hanno ribadito la validità del modello italiano di piena integrazione dei disabili nelle classi regolari - ancora oggi uno dei più avanzati in Europa; si tratterebbe però di avviare adesso l'integrazione degli insegnanti, superando la distinzione dei ruoli, archiviando, cioè, la figura dell'insegnante di sostegno per affidare interamente l'istruzione degli alunni disabili ai docenti curriculari. Per questi ultimi dovrebbe perciò essere prevista una formazione specifica per consolidarne le competenze nella pedagogia e nella didattica speciale.

I TIMORI - Negli ultimi dieci anni il numero degli alunni disabili nelle scuole italiane è aumentato sensibilmente e, con esso, è cresciuto anche quello degli insegnanti di sostegno, dei quali molti sono precari, nonché il costo per lo Stato. Emerge, perciò, la preoccupazione che possa tradursi in una proposta che consentirebbe ulteriori forme di razionalizzazione destinate alla scuola. Lo studio, in realtà , non propone di tagliare i fondi ma di cambiare le regole: la maggior parte dei docenti di sostegno passerebbe ad insegnare nei posti comuni mentre un numero limitato (10-20 mila) diventerebbero specialisti del sostegno. Questi ultimi uscirebbero cioè dalla scuola per lavorare in appositi Centri Risorse per l'Integrazione (CRI), con il compito di formare gli insegnanti e supportare le scuole nel sostegno ai disabili.

DOV'E' LA NOVITA'? - In realtà , in base all'art. 13 co. 6  della Legge 104/1992 il docente di sostegno è già un insegnante a tutti gli effetti,  dato che assume la contitolarità delle classi in cui opera e  partecipa alla programmazione educativa e didattica ed alle attività dei consigli di classe, interclasse e dei collegi dei docenti. E' un insegnante che ha seguito il medesimo percorso formativo dei colleghi curriculari ma possiede un'ulteriore specializzazione che gli consente di  supportare le classi  in cui siano presenti allievi disabili. Nella pratica, benché in molti casi ciò sia stato da tempo tradotto in una prassi didattica fortemente inclusiva, persistono però ancora alcune situazioni anomale, con gli allievi disabili spostati in aule diverse e seguiti dall'insegnante di sostegno con interventi didattici individualizzati ed esclusivi. Inoltre, il Rapporto segnala una eccessiva medicalizzazione, poiché il percorso che porta all'assegnazione dell'insegnante di sostegno parte dalle certificazioni rilasciate dalle ASL. Di qui, la proposta di superare la specificità della figura del docente di sostegno.

IL PROGETTO DI SPERIMENTAZIONE - Consapevoli della radicalità della proposta, gli autori dello studio prospettano di partire con una sperimentazione a livello territoriale su piccola scala, in tre province, monitorata da un comitato interministeriale (Miur-Sanità -Welfare), per individuare se con gli stessi fondi, ma con risorse umane più adeguatamente utilizzate, si possa migliorare l'efficacia degli interventi didattici, della piena inclusione dei disabili e del loro inserimento lavorativo, che vede l'Italia in ritardo rispetto alla media europea. Vengono perciò prospettati appositi Centri Risorse per l'Integrazione (CRI), provinciali e sub-provinciali, dotati di personalità giuridica e autonomia amministrativa, con personale specializzato che possa valutare e decidere gli interventi più opportuni nelle diverse situazioni territoriali e svolgere un servizio di sportello unico per le famiglie, spesso disorientate dalla molteplicità dei soggetti competenti e dalla mancanza di standard trasparenti e facilmente fruibili.  Questi sportelli dovrebbero esaminare i progetti presentati dalle scuole per gli alunni disabili ed assegnare ad esse le risorse necessarie. Il loro compito non si esaurirebbe però nell'ambito scolastico, ma diventerebbe un servizio di assistenza alle famiglie nei vari momenti della vita del disabile e di integrazione dei diversi servizi coinvolti: sanitari, sociali, della pubblica amministrazione, del terzo settore e della comunità locale.

DUBBI E PERPLESSITA' - Si tratta di progetto molto ambizioso, con diverse proposte di indubbio interesse ma anche di notevole criticità . In primo luogo esso implicherebbe un enorme impegno finanziario, soprattutto iniziale, per la formazione di quasi un milione di docenti, che si fa fatica a ravvisare nella scuola odierna della razionalizzazione. Inoltre, emergerebbe il problema dell'assorbimento degli attuali docenti di sostegno, aspetto che fa temere fortemente l'eventuale ricorso ad ulteriori tagli, di cui la scuola, già duramente provata, difficilmente potrebbe farsi carico. Infine, il prospetto di un pool di super-esperti che dovrebbero lasciare l'insegnamento per entrare in uffici provinciali appositi non tiene conto della volontà di un insegnante di continuare a fare il proprio lavoro, che ha scelto e nel quale si è impegnato per anni.

Rimane, del resto,  un'importante domanda in sospeso: cosa ne penseranno le famiglie e gli esperti dell'area medica?


INFO:

Fondazione Giovanni Agnelli         

Caritas Italiana                     

Associazione Treellle                  



PER APPROFONDIRE:

SCUOLA DISABILI

INTEGRAZIONE SCOLASTICA



Tina Naccarato

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