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Proprio nell'Anno Europeo delle Persone con Disabilità, un increscioso episodio di lesione del diritto allo studio si è verificato in una scuola italiana, ai danni di una alunna disabile socia dell'ABC - Associazione Bambini Cerebrolesi, che per mantenere il suo diritto alla privacy è stata chiamata Sara.
Sara, di 15 anni, ha sostenuto quest'anno gli esami per il conseguimento della licenza media ma, NONOSTANTE AVESSE SUPERATO LE PROVE D'ESAME,  si è vista negare incredibilmente il titolo, senza nessuna motivazione addotta.
E' accaduto a Quartu Sant'Elena, un grosso centro urbano di circa 80.000 persone dell'hinterland di Cagliari, nella Scuola Statale "Satta-Porcu".
A Sara è stato concesso un semplice Attestato di frequenza con crediti formativi: "Con questo attestato può iscriversi e frequentare comunque le superiori", le è stato detto, con un po' di imbarazzo, per "consolare" la madre che, sconcertata dall'esito inaspettato, ha chiesto  l'intervento dell'ABC.
"Come genitori organizzati di figli in situazione di handicap grave e gravissimo, dei quali siamo molto orgogliosi, siamo prima di tutto amareggiati: tre anni di buone prassi, di sudore, di fatica, ma di vera integrazione scuola famiglia buttati al vento con un giudizio superficiale e contraddetto dagli stessi verbali della prova d'esame.
Chi ha i titoli per farlo deve fare un ispezione e porre rimedio ad una ingiustizia!
" ha dichiarato il Presidente dell'Associazione Marco Espa, che chiede con forza l'intervento del Ministro Moratti e del Direttore Generale Armando Pietrella.
"E' un gravissimo episodio di discriminazione e di negazione del diritto allo studio quello che si è verificato ai danni della nostra associata.
Incredibile: all'inizio credevamo che Sara avesse sbagliato le prove d'esame, nonostante la mamma (presente alla prova) ci dicesse che tutto era andato per il meglio, può capitare a tutti i ragazzini, disabili o meno.
Abbiamo chiesto allora i verbali delle prove d'esame, e quando abbiamo visto che erano tutti positivi... dolore misto a rabbia…
Immaginatevi  per noi genitori di disabili gravi, dove i successi di uno sono i successi di tutti, dove i dolori di uno sono potati da tutti...
Da anni lottiamo e trasformiamo le nostre difficoltà reali in trampolini di lancio per migliorare la qualità della vita di tutta la comunità civile, perché sia garantito il diritto alla scuola dei nostri figli, anche gravissimi, l'integrazione è un percorso irreversibile per tutti nonostante qualcuno vorrebbe la riapertura delle scuole speciali, riportando la scuola italiana indietro di 30 anni; non vogliamo solo socializzazione ma veri percorsi didattici.
Sperimentiamo da sempre che con l'integrazione aumenta la qualità di vita di tutta la comunità scolastica, non solo dei nostri figli.
Proponiamo, in una alleanza scuola-famiglia, che gli insegnanti di sostegno siano la crema del corpo docente, con adeguati bonus economici; combattiamo perché i nostri figli non vengano chiusi negli istituti ma che possano avere diritto di cittadinanza, attraverso, ad esempio, una scuola di qualità, che diventa un vero sostegno alle famiglie.
Siamo molto amareggiati come famiglie, ancora una volta dobbiamo fare una battaglia e scendere in piazza, perché ad uno dei nostri cari figli è stato negato un diritto fondamentale conquistato con anni di fatiche sue e dei suoi insegnanti, solo perché è disabile grave?
Solo perché c'è stato qualcuno che, dall'alto della sua esperienza, non ha creduto in lei?
Dobbiamo già affrontare mille difficoltà nella nostra vita di tutti i giorni, ma...
Non ci si rende conto dei danni morali e sostanziali che una tale batosta provoca in un soggetto considerato debole e nella sua famiglia
".
Sara è una ragazzina che, a causa delle sue lesioni cerebrali, non può parlare ma, grazie all'impegno e alla cura dei genitori, con percorsi personalizzati, ha dimostrato nei fatti di avere una spiccata intelligenza.
"E' stato commessa una grave discriminazione e anche un errore dal punto di vista tecnico giuridico - aggiunge Francesca Palmas, Pedagogista dell'Associazione.
Sara ha sostenuto l'esame a norma di legge per l'ottenimento regolare della licenza media. Invece, il rilascio dell'attestato sarebbe stata la logica conclusione di una percorso scolastico totalmente differente (e che per legge avrebbe dovuto comunque essere cofirmato dai genitori, art.15, c.5 O.M.n.90/2001) da quello seguito dalla nostra Sara.
Infatti, l'ordinanza ministeriale n.90 del 21 maggio 2001, art.11 c. 12 precisa che "per gli alunni per i quali si accerti il mancato raggiungimento degli obiettivi del PEI, il Consiglio di Classe può decidere la ripetenza o l'ammissione agli esami di licenza media al solo fine di rilascio di un attestato di credito formativo.
Tale  attestato è titolo per la iscrizione e la frequenza delle classi successive, ai soli fini del riconoscimento di crediti formativi
".
"Ora, è evidente per molti motivi, ma anche se si guarda ai voti riportati - più che sufficienti -nelle diverse discipline, che Sara è stata correttamente ammessa all'esame di licenza media perché ha dimostrato di conoscere gli argomenti trattati durante l'anno scolastico (Sara segue un Programma Educativo Individualizzato, semplificato in base alle sue esigenze, ma con programmi simili a quelli della classe, con periodiche valutazioni che sono riconducibili a norma di legge ai programmi ministeriali).
Inoltre
- continua Francesca Palmas - ha dimostrato anche durante le prove d'esame di conoscere bene gli argomenti proposti, come si legge dai verbali".
E' stato già inoltrato un esposto con richiesta di ispezione sulla vicenda al Ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, al Sottosegretario Valentina Aprea e al Direttore generale Regionale della Sardegna Armando Pietrella.
"Siamo molto determinati, i nostri avvocati sono pronti, andremo avanti fino in fondo, coinvolgeremo i Parlamentari, procederemo con un ricorso al TAR se sarà necessario, perché vogliamo far luce sulla questione, per Sara e per tutti i bambini e ragazzi italiani in situazione di handicap grave che hanno affrontato queste umiliazioni" ribadisce Marco Espa.
"Una volta le famiglie sopportavano e andavano avanti... ma ora ci siamo organizzati: non è la prima volta che noi genitori di bambini e ragazzi con disabilità gravi scendiamo in campo per difendere e sostenere i diritti dei propri figli - continua Marco Espa - ci amareggia profondamente dover lottare contro la Scuola che noi sosteniamo e crediamo essere la prima alleata della famiglia per attuate la vera integrazione, contro ogni forma di istituzionalizzazione e "ghettizzazione.
L'Italia è il primo Paese che ha fortemente voluto e sostenuto le scuole pubbliche aperte a tutti, contro le scuole speciali, tristi teatri di sofferenza e isolamento; ma evidentemente i passi da fare verso una scuola che sia pronta ad accogliere veramente tutti sono ancora molti!
Insieme ad altri genitori, naturali ed adottivi (ci sono famiglie che adottano disabili gravissimi e sono ben felici di vivere con loro), abbiamo creato dal 1990 l'ABC e posso assicurare che la battaglia più dura è proprio quella di non vedere la rete sociale che si spiega per creare occasioni, sostegno e servizi per noi, i nostri figli, a vantaggio di tutti!
L'atteggiamento prevalente è, invece 'tolgo la barriera architettonica? Ti faccio un favore'. 'Ti garantisco l'insegnante di sostegno? Ti faccio un favore'.
Quando vado a trattare con l'autorità locale nasce il problema...
Questa è la battaglia più dura, perché è anche la più mortificante: tuo figlio è sempre un problema.... mai una risorsa!
Per questo vogliamo sottolineare che questa è una battaglia per i diritti civili, non per un po' di assistenzialismo
".


INFO
Associazione Bambini Cerebrolesi Sardegna
Via Dante, 97
09128 Cagliari
Tel 070 401010 - 070 488222
Fax 070 4528529
Sito web www.abcsardegna.org

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