Menu

Tipografia

E' di questi giorni un nuovo intervento del ministro Fioroni, in merito allo stato della scuola italiana.
Che verserebbe in uno stato quasi miserrimo
.
Sull'argomento ospitiamo nuovamente la psicologa Greta Petrilli, con questa sua riflessione sull'importanza di un maggior equilibrio degli attori scolastici (il corpo docente in primis), specie quando si parla di valutazione della disabilità di uno studente.

La scuola e gli insegnanti… se solo prendessero coscienza dell'importanza e del ruolo chiave che hanno nella vita di ciascuno di noi!
Nessuno si è mai chiesto perché tutti noi ricordiamo quasi tutti gli insegnanti delle materne, delle elementari o delle medie? Perché tra i nostri primi ricordi, belli o brutti, c'è spesso la maestra o più in generale la scuola? Oppure perchè nessuno farebbe fatica a ricordare un evento spiacevole accaduto negli anni della scuola? O ancora, quanto ricordiamo con orgoglio e soddisfazione di essere stati il preferito o la cocca della maestra?
La forza con la quale questi ricordi si imprimono nella nostra memoria è indice e testimonianza della profonda risonanza emotiva che l'esperienza della scuola, a tutti i livelli ed età, ha nella vita di tutti; questo può essere sufficiente come spunto di riflessione rispetto a tanti aspetti, così come dovrebbe essere sufficiente agli insegnanti per svolgere consapevolmente un ruolo così importante e di così grande responsabilità.

Ma molte variabili concorrono a spezzare la magia di un lavoro così affascinante, quali, l'insoddisfazione, la mancanza di riconoscimenti, e non per ultimo la grande fatica nello svolgere questo lavoro. Queste sono solo probabilmente alcune delle cause che spesso impediscono all'insegnante di comprendere l'importanza della sua figura e svolgere di conseguenza consapevolmente la "missione" della quale è stato investito e di ricoprire nel migliore dei modi la propria figura, conscio del peso e del significato che ciascuno dei più o meno piccoli spettatori al di là della cattedra darà ad ogni suo gesto, parola ed espressione.

La scuola che ultimamente è sempre più protagonista e spettatrice di fatti di cronaca sconcertanti, viene messa in discussione, chiacchierata, maledetta e fortunatamente ancora benedetta, è stata e rimarrà sempre il luogo, se ci si riflette, dal quale in diverse vesti in tutto il nostro ciclo di vita dobbiamo transitare; questa sua esposizione a 360 gradi e il suo essere composta da molteplici figure ed essere investita di numerosi oneri e responsabilità la espone inevitabilmente a numerosi rischi, tra cui quello di commettere degli errori a volte purtroppo gravi.
Il gruppo classe è per definizione, in quanto formato da persone, eterogeneo, ed il programma didattico, i percorsi formativi, le attività e quant'altro, per contro, sono omogenei, uguali per tutti: come fare a conciliare questo paradosso?
Entra in gioco sicuramente l'abilità del docente, la sua creatività nel realizzare materiali e metodi che possano fare arrivare il messaggio ai destinatari così straordinariamente diversi tra di loro; dove questo non arriva, ci sono appositi operatori, psicologi, educatori, designati ad hoc per intervenire nelle diverse situazioni.

A riguardo, negli ultimi anni è cresciuta molto l'attenzione e la sensibilità , in risposta ad un sistema scolastico che nel passato era un po' deficitario in questo senso. Capita però che si assista all'eccesso opposto, ovvero si assiste all'assegnazione di insegnanti di sostegno per esempio quando non ce n'è bisogno.

Designare un handicap o un deficit quando non sussiste è tanto grave quanto non gestirlo adeguatamente qualora presente.
Nella frenesia, nella confusione e probabilmente nella paura di sbagliare si perde di vista spesso il protagonista principale, il perno di questa grande ruota che gira: il bambino, il ragazzo, il suo benessere, la sua qualità di vita, ovvero, cosa è meglio per lui!

La soluzione di questo empasse è probabilmente a monte, ovvero, l'insegnante, pur essendo una figura cardine, non può essere onnisciente, è un insegnante, può bastare.
Dunque, la scuola dovrebbe avere un accesso più semplice e immediato a servizi o un contatto più semplice e diretto con professionisti qualificati per l'eventuale diagnosi, stesura di un intervento di potenziamento o di recupero, ecc..

Non va assolutamente sottovalutato il disagio psicologico che vive un bambino nella sua "diversità"  e va scelto il modo che più è conforme alla piena estrinsecazione della sua individualità, limiti compresi.
In fondo la scuola è uno dei primi contenitori di una personalità che, pur con le basi di cui dispone fin dalla nascita, sta formando e delineando i confini ancora per certi versi solo tratteggiati.
Necessità didattiche o di varia natura e dinamiche personali che purtroppo entrano in gioco, portano a volere tutti gli alunni allo stesso livello, con il programma, con l'acquisizione di competenze ecc…ma ciascuno ha i suoi tempi, i suoi ritmi, e vanno rispettati, incoraggiati e non forzati o spaventati ad uniformarsi ad una melodia comune.
Il bambino disabile mentalmente va tutelato, tanto quanto il bambino con delle difficoltà di apprendimento, di integrazione o di altro genere, indubbiamente minori rispetto ad una disabilità conclamata ma non per questo da sottovalutare o peggio, incorrere nel "comodo" rischio di farla diventare tale.

La diversità, la soggettività, si lega a valori quali l'accettazione, l'integrazione, la cooperazione, il senso di appartenenza, per citarne alcuni; l'individualità va rispettata e incoraggiata e la vulnerabilità nelle sue forme più o meno critiche o gravi non deve essere mai considerata un destino ineluttabile, né tanto meno trasformata in esso, ma deve essere concepita come una finestra di opportunità.
Ciascuno di noi ha il diritto e il dovere di tutelare la crescita del "nostro futuro" da qualsiasi tipo di compromissione.

Dott.ssa Greta Petrilli Psicologa

INFO:

Dello stesso autore vedi anche:
DISTURBO DELLA SCRITTURA, DISTURBO MENTALE


[Redazione]

Tieniti aggiornato. Iscriviti alla Newsletter!

Autorizzo al trattamento dei dati come da Privacy Policy