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Nei primi anni settanta il Comune di Modena approvo' un progetto per la costruzione di una scuola che doveva accogliere alcune centinaia di persone in situazione di handicap provenienti da ogni parte d'Italia. Erano gli anni in cui nel nostro Paese cominciava a farsi strada una delle esperienze più innovative del nostro sistema scolastico: l'integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap nelle classi comuni delle scuole di ogni ordine e grado. Pertanto il progetto non fu mai portato a termine e proprio grazie alla volontà e all'impegno di genitori, docenti e amministratori si intraprese, pur senza difficoltà, la scelta di integrare anziché quella di emarginare e ghettizzare le persone in situazioni di handicap nelle scuole speciali. Da allora l'integrazione scolastica è divenuta una prassi diffusa che ha dato molto alle persone disabili se non si dimentica da dove è partita e si ci si confronta con quanto avviene negli altri paesi europei che solo ora stanno avvicinandosi a questa scelta educativa. Purtroppo rileviamo da anni che sul tema della formazione del personale della scuola e sugli aspetti quantitativi del personale necessario (docenti di sostegno e classi non superiori a venti alunni) non sono mancati i cosiddetti "passi del gambero" anzi pare che questi siano sempre più frequenti.
Infatti lo "spettro dello scuole speciali", che di fatto non sono mai state abolite ma che hanno visto negli anni venir meno della loro funzione, riappare ora attraverso l'iniziativa promossa da un Comune della Brianza: Seregno. L'Iniziativa che è stata presentata con un articolo pubblicato sul quotidiano "Il Giorno" del 15/07/02 dove l'assessore Nocentini afferma: "Di solito le amministrazioni preferiscono adeguare strutture già esistenti. Questa volta invece ne abbiamo voluta creare una specifica, eliminando ogni possibile ostacolo per gli ospiti che hanno gravi problemi fisici". La spesa prevista per la costruzione dell'edificio è di 970 mila euro, un miliardo e 878 milioni di vecchie lire. Una somma ingente che probabilmente sarebbe bastata per adeguare e mettere a norma molti edifici scolastici e non solo… inoltre si prevede un impiego di 12 operatori e 12 insegnanti per accogliere un numero massimo di 24 alunni con handicap. Un numero cosi' elevato di personale prevede dei costi di gestione elevatissimo non paragonabile a quello che potrebbe essere sostenuto integrando gli alunni nelle classi comuni. In un periodo di finanziamenti ridotti e di tagli al personale scolastico amministratori come questi andrebbero ripresi piuttosto che incoraggiati nelle loro "velleità" di riformatori del sistema scolastico.
Sulla questione non sono mancate le immediate prese di posizione di genitori ed in particolare delle FISH che attraverso il suo vice presidente l'avv. Salvatore Nocera sostiene: "E' vero che, con la legge costituzionale n. 3/01, le Regioni hanno acquisito competenza legislativa piena nel campo dell'istruzione, salvi restando i "livelli essenziali delle prestazioni scolastiche" e le norme generali in materia di istruzione, rimasti di competenza dello Stato. Non risulta però che la stessa legge  abbia  attribuito alle Regioni anche la funzione di dichiarare che un certo tipo di scuola sia più adatta di un altro a soddisfare i bisogni educativi degli alunni. Questa rimane ancora una prerogativa riservata ai genitori.  Nella Sua Regione esistono, come in altre, genitori che ritengono  le scuole "speciali" la forma organizzativa e pedagogica migliore per i loro figli handicappati. Liberissimi  loro di fare questa scelta; un po' meno disponibile dovrebbe essere un Ente pubblico che destina alla soddisfazione dei desideri di alcuni cittadini somme ingenti risultanti dal pagamento delle imposte di tutti." E poi ancora sempre Salvatore Nocera prosegue affermando: "Visti i risultati dell'integrazione scolastica in Italia, illustrati durante il Convegno internazionale, organizzato   a Roma dal 13 al 15 Giugno scorso dal Consiglio nazionale sulla disabilità, dalla Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap, in collaborazione con l'European Disability Forum, ente riconosciuto dalla Commissione dell'Unione europea, forse gli Amministratori pubblici dovrebbero essere meno giulivi nell'annunciare ingenti spese pubbliche per le scuole speciali. Infatti, come hanno dovuto riconoscere gli Ospiti stranieri sulla base degli studi di illustri esperti, quali, ad es. Canevaro dell'Università di Bologna, Vico dell'Università cattolica di Milano e delle esperienze ormai trentennali, l'integrazione nelle scuole comuni giova molto più delle scuole speciali alla crescita negli apprendimenti e nell'autonomia delle persone con handicap fisico, sensoriale ed intellettivo, anche grave. Ma illustri studiosi, come ad esempio Groppo dell'Università cattolica di Milano e Vianello, preside della Facoltà di Psicologia di Padova, hanno mostrato anche i vantaggi che gli alunni integrati ricevono   in campo psicologico, purché l'integrazione sia realizzata   secondo le buone prassi sperimentate ed il rispetto della conseguente normativa giuridica. In particolare il prof. Vianello ha dimostrato con numerose  ricerche che gli alunni di scuole speciali hanno problemi e turbe psicologiche in misura enormemente maggiore  rispetto agli alunni integrati".
Con la speranza che l'amministrazione di Seregno si ravveda nel suo progetto e che comunque il suo esempio non diventi un modello per altre amministrazioni pubbliche riporto una breve citazione di Howard Gardner sulla quale vale la pena di meditare: "Le conoscenze maturano sempre all'interno di rapporti tra esseri umani; gran parte di quanto finiamo per interiorizzare proviene dai modelli e dalle sollecitazioni degli altri; e noi stessi costruiamo il nostro sapere in uno scenario sociale"

Nicola Quirico

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"una scuola su misura ..... di chi?"

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ITALIA-FRANCIA:INTEGRAZIONE SCOLASTICA E CLASSI SPECIALI - la testimonianza ricevuta da una docente di sostegno specializzata di Aosta

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