Menu

Tipografia
Il 28 e 29 settembre mi sono recata insieme ad alcuni colleghi di sostegno, alcuni educatori, e qualche giornalista ad Albertville. nella Tarentaise. Siamo stati invitati come gruppo che si occupa di handicap ad osservare la loro esperienza. I francesi , che come forse saprai sono sempre grandiosi ( noi valdostani lo sappiamo bene perchè li abbiamo a due passi) pensavano di insegnarci un sacco di cose. Naturalmente non hanno ASSOLUTAMENTE niente da insegnarci in quanto loro non sanno neanche cosa sia l'integrazione. Hanno ancora le classi speciali per quanto riguarda scuola materna ed elementare (con casi che loro ci hanno indicato come gravi ma che a noi non lo sembravano proprio) e per la scuola media e superiore non è previsto niente ma solo l'internat, (mi verrebbe da dire l'internamento perchè è stato molto triste vedere questi handicappati tutti insieme senza nessuna possibilità di confrontarsi con la normalità) . Questo internat è una sorta di collegio dove i ragazzi possono fermarsi o la sola giornata o l'intera settimana, la scelta spetta alla famiglia e dove si svolgono attività soprattutto manuali con piccoli laboratori di falegnameria , cucina, giardinaggio o sartoria. Non sarebbe neanche male se non fossero solo handicappati, se potessero lavorare con i normali. Fanno pochissime attività di tipo didattico, difficilmente imparano a leggere e scrivere perchè se sono troppo gravi per frequentare le CLIS (classi speciali) fin da piccolissimi finiscono nell'internat. loro, i francesi, che peraltro sono stati gentilissimi e molto ospitali, vanno molto fieri della loro organizzazione. Partecipando alla tavola rotonda conclusiva , dal momento che ho fatto da portavoce ai miei colleghi presenti, ho espresso le nostre perplessità ed ho parlato della nostra esperienza di integrazione nelle scuole normali e del fatto che partendo dal principio che tutti gli esseri umani sono diversi noi , per quanto possibile cerchiamo di partire dalla diversità per imparare e per costruire dei percorsi didattici individualizzati. Sono stati colpiti dal discorso e dagli esempi di esperienze che ho riportato per cui ci hanno chiesto, (questa volta con più umiltà, anche se mostrandosi comunque critici) di poter continuare il dialogo ed esprimendo il desiderio di vedere "come facciamo". Presumibilmente pensavamo di invitarli ad Aosta nel mese di maggio in quanto dobbiamo aspettare la riapertura del colle del Piccolo San Bernardo dato che il traforo del monte Bianco è chiuso. Io sono convinta che valga la pena di diffondere il lavoro che è stato fatto in questi anni in Italia perchè per quanto non esente da critiche e problemi è sicuramente giusto nei principi e come filosofia e malgrado ci sia ancora tanto da fare tanto è comunque stato fatto.
Testimonianza ricevuta da Donatella RIGHERO donari@libero.it

Nicola Quirico - bomarzo@tin.it

Tieniti aggiornato. Iscriviti alla Newsletter!

Autorizzo al trattamento dei dati come da Privacy Policy