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Non è da molto che vi abbiamo proposto un - contestato da qualcuno - sondaggio in prima pagina sul "peggio della scuola", in questo tormentato anno scolastico 2006/07 che ha visto tanti casi clamorosi arrivare nella cronaca nera dei giornali.
Non sappiamo se il racconto che vi proponiamo di seguito, disarmante nelle sue contraddizioni, sia "il peggiore". Di certo fa male, perché non occuperà paginate dei quotidiani: è "ordinaria amministrazione" quasi, e proprio nell'Anno europeo per le pari opportunità, di cui si sente parlare, ma non si vedono gli effetti.
A raccontare sono Antonio e Rita, da Pomarico, provincia di Matera. Raccontano di ciò che è capitato a scuola a loro figlia Marina.
I commenti si fanno da soli. Lasciamo spazio alla lettera che ci è arrivata in redazione. Di seguito alcune riflessioni del presidente dell'associazione Dumbo, cui Marina fa parte.

Per la classe 3B dell'Istituto Comprensivo di Pomarico, provincia di Matera, viene organizzata un'uscita didattica presso il Trend Expo nella città di Potenza: è prevista per il giorno 16 di maggio. Per parteciparvi, agli alunni è richiesto il consenso dei genitori.
Nostra figlia Marina, da ragazza attenta e sensibile quale è, rientrando a casa ci consegna il modello di autorizzazione.
Noi prontamente, lo rimandiamo a scuola, compilato e firmato.
Io, Rita, conosco bene i problemi di mia figlia e le sue necessità, e quindi mi reco a scuola per assicurarmi che tutto sia stato pianificato, compreso il mezzo di trasporto. Ricevo ampia assicurazione.
Ciò nonostante il giorno 14, due giorni prima della partenza, le insegnanti comunicano l'impossibilità che Marina possa partecipare con loro all'uscita didattica, per mancanza di un idoneo mezzo di trasporto.
Questa notizia getta sgomento nella classe e soprattutto in Marina, che si vede ancora una volta "handicappata!"; "impossibilitata", cioè, a condurre una vita quasi "normale".

Io mamma ho appreso questa nuova realtà proprio da mia figlia, in lacrime.
Recatami presso l'istituto scolastico, mi sento spiegare dal preside che l'incidente è accaduto perché "non si erano resi conto che anche Marina avrebbe partecipato".
Riconoscendo l'errore commesso, il preside cerca di rimediare, ma non trovando nessuna soluzione decide di annullare l'uscita didattica. La decisione viene contestata e accolta a malincuore da tutta la classe (da Marina soprattutto, perché vede svanire una rara possibilità di vivere una esperienza nuova, fuori dal solito contesto nel quale giornalmente trascorre la vita).
Ma per il resto della classe è una delusione di breve durata, perché arrivato il giorno 16, come da iniziale programma, alle ore 09:00 gli insegnanti comunicano agli alunni di prepararsi a partire per Potenza.
L'unica che rimane a scuola è Marina che, in lacrime, vede andar via i suoi compagni; rimasta sola con la sua assistente, telefona immediatamente a me, sua mamma, perché la vada a prendere.
Fine della cronaca.

Di seguito, come anticipato, alcune considerazioni a commento dell'episodio ci vengono proposte dal presidente dell'associazione Dumbo, Michele Colasuonno.

Marina ha 15 anni: stesse aspirazioni, stessi desideri, stessi sogni di ogni ragazza della sua età.
Quindi le stesse possibilità di vita, seppur condotta su una sedia a rotelle?
Pensiamo di no!!!

Si rimane ancora una volta gelati dalla superficialità con cui si affrontano le situazioni che vedono coinvolte le persone con disabilità:

  • Il Preside che dimentica di avere in carico, in quella classe, una persona diversamente abile;
  • L'Insegnate che colpevolizza Marina e la sua famiglia per il rischio di privare la classe dell'uscita didattica.

Se il senso civico è assopito o assente, noi Associazione Dumbo-Onlus di Famiglie e persone con disabilità, rivendichiamo quanto è sancito dalle leggi, in termini di "Tutela, Integrazione e diritto allo studio", nonché di "Opportunità e qualità della vita".
Come è possibile fare "Integrazione" in una scuola dove manca una cultura in tal senso? Dove  ancora una volta la disabilità è vista come un "peso" ed un "intoppo"? Dove si sovraccaricano le famiglie di responsabilità? Dove si considera la disabilità e non il bene della persona?

Noi crediamo e diciamo con forza che di fronte a risposte simili, il vero problema è sociale e non familiare.
Noi famiglie non possiamo tollerare le scelte inumane,mortificanti la persona e discriminanti. Chiediamo si faccia chiarezza su questo episodio, perché vengano fuori le responsabilità.
Non sarebbe giusto tollerare l'indifferenza e la insensibilità, né tanto meno il vuoto pietismo, di cui non c'é alcun bisogno.

INFO:

Il sito dell'Associazione Dumbo
Via Bari, 77
75100 Matera
tel/fax 0835263791
dumboonlus@virgilio.it

Il forum di discussione collegato al sondaggio sul "peggio della scuola".


[Redazione]

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