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Erano in quattromila a Rimini a fare il punto sull'integrazione scolastica.
Provenienti dalle scuole, dagli enti locali e regionali, dalle associazioni di persone con disabilità, dal volontariato e dal terzo settore, dai servizi sociali e sanitari, da diversi schieramenti politici e da ogni forza sociale: uno di fronte all'altro, in una grande tavola rotonda, per individuare delle lacune, trovare delle proposte, migliorare la qualità del sistema scolastico e formativo. Perchè la qualità dell'integrazione scolastica è il primo passo per la qualità della vita dei cittadini disabili, per la qualità stessa di un sistema che deve garantire a tutti le pari opportunità.

E durante il convegno internazionale "La qualità dell'integrazione scolastica", organizzato dalla casa editrice Erickson e giunto quest'anno alla quinta edizione, di proposte ne sono state individuate parecchie. Per favorire l'integrazione e l'armonizzazione in classe non solo dei disabili certificati e che hanno quindi diritto a un insegnante di sostegno, ma anche degli alunni cosiddetti "normodotati" che presentano disagi dovuti a paure, ansia, depressione, iperattività, bullismo, radici etnico e culturale differenti, e riguarda non meno gli alunni che non soffrono né di disturbi né di disagi ma che possono trarre enorme profitto educativo, psicologico e sociale dal confronto con la diversità.

  • "Definire dei livelli essenziali delle prestazioni educative, scolastiche, formative, sociosanitarie  e lavorative, che devono essere garantite in modo uniforme su tutto il territorio nazionale". Come? Attraverso una serie di linee guida che dovranno esplicitare il diritto alla partecipazione democratica di tutti i disabili ad attività scolastiche ed extrascolastiche. E per fare questo sono necessarie adeguate risorse finanziarie - ora quasi inesistenti - per sostenere progetti di intervento pedagogico e didattico sui bisogni educativi speciali.
  • "Investire sulla formazione del personale per ridare valore alla pedagogia": senza il coinvolgimento degli attori reali dei processi educativi, ed in particolare dei collaboratori scolastici, educatori, insegnanti e dirigenti, nessuna qualità dell'integrazione è possibile. Per questo serve un percorso di formazione specifico, a partire dall'università che deve garantire crediti legati a quel determinato profilo professionale.
  • "Le risorse del personale e della scuola": è necesario assicurare iniziative di formazione e finanziamenti secondo i bisogni accertati anno per anno sia per il personale scolastico che per quello degli enti locali e delle unità multidisciplinari delle ASL. L'attenziona è rivolta soprattutto verso le risorse finanziarie, che devono garantire la gestione autonoma - naturalmente responsabile - delle attività didattiche.
  • "Continuità del progetto di vita scolastica ed extrascolastica", ossia vanno garantite tutte le azioni e il personale necessari a realizzare una positiva continuità nella progressione scolastica degli alunni con disabilità, in particolare nella delicata transizione al lavoro, attraverso progetti di inserimento lavorativo mirato.

Per saperne di più, consulta il sito di
Edizioni Erickson

Ministero dell'Istruzione 

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