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L’istruzione è un diritto.
Per questo è indispensabile mettere tutti nella condizione di frequentare una scuola.
Per questo è necessario che ogni Istituto sia in grado di accogliere tutti gli studenti, eliminando quindi ogni tipo di barriera, culturale e architettonica.
Ma, mentre per le prime il percorso da fare sembra piuttosto lungo, per le barriere architettoniche basterebbe attenersi ad alcune, semplici regole.
E dare a tutti la possibilità di entrare in un’aula, seguire le lezioni, guadagnarsi un diploma, una laurea. Eppure ci sono situazioni paradossali, dove invece di avanzare nel cammino dell’accessibilità si torna indietro.
E’ la storia che ci racconta Silvia: trenta ragazzi disabili non potranno più frequentare un Liceo Artistico bolognese perché probabilmente verrà trasferito in una struttura inaccessibile.
E dovranno rinunciare ad un diritto, quello dell’istruzione, e ad un piacere, quello dell’arte, strumento terapeutico per eccellenza.


Mi chiamo Silvia, sono tetraplegica da 8 anni, ma non per questo ho smesso di dipingere, disegnare e studiare Arte, dato che mi diplomai al Liceo Artistico di Bologna nel 1993.
Con questa lettera voglio segnalare la situazione che si è creata a Bologna in seguito all'annunciata decisione, presa dalle istituzioni provinciali, di traslocare il Liceo Artistico "Arcangeli" e l'Istituto d'Arte di Bologna (ora collocate in due distinte sedi nel centro di Bologna) in un'unica struttura, che è stata inizialmente concepita per ospitare un Istituto Tecnico.
La decisione in questione è duramente contestata dalla maggioranza, per non dire assoluta totalità, dei docenti, degli alunni e dei genitori delle scuole interessate che vedono così fortemente penalizzata sia la caratterizzazione didattica di questi istituti, sia la loro funzionalità pratica dal momento che, da sedi centrali, verrebbero collocati in una struttura fortemente decentrata rispetto al centro urbano.
In questo modo sarebbero enormi i disagi non solo per i pendolari provenienti da tutta la regione, ma soprattutto per i disabili che non potrebbero più frequentare questi istituti: la struttura che li dovrebbe ospitare è infatti completamente inaccessibile, non è stato a tutt’ora risolto il problema delle tante barriere architettoniche, non ci sono autobus attrezzati che raggiungono la scuola e poi bisogna percorrere una salita di 500 metri per raggiungerla!
In questo modo io - e con me tutti coloro che stanno su una sedie a rotelle - non potrò più frequentare nessuno dei due Istituti!
Ora sono più di 30 i disabili iscritti in queste due scuole, ed è risaputo quanto sia "terapeutica" l'arte e il disegno... perchè dobbiamo rinunciarvi a causa di oscure manovre politiche?

Ma non è finita.
Tra le richieste avanzate dai docenti, c'era la verifica da parte di esperti degli spazi destinati a laboratori specifici, come quelli di lingue, scultura, pittura, aule didattiche culturali: spazi che sarebbero ora addirittura dimezzati o comunque non in grado di accogliere tutti gli studenti, se non con considerevoli problemi di fruibilità.

Si può quindi dire che a tutt'oggi la struttura è del tutto impreparata ad accogliere istituti che, da sempre, si qualificano per le loro peculiarità strumentali e d'insegnamento.   
Sullo sfondo di tale decisione, assunta dalla Provincia di Bologna, si pone altresì l'assoluta assenza di comunicazione agli studenti e ai genitori.
In posizione del tutto analoga si trovano i docenti, sebbene informati nei mesi passati dell'ipotesi (a dire il vero solo ventilata) di un trasloco degli Istituti.
Gli studenti non vogliono cambiare "sede", vogliono sì cambiare "edificio", ma solo per stare meglio e non peggio.
Per questo CHIEDONO e CHIEDO la sensibilità e solidarietà  di opinione pubblica, forze politiche, stampa e di tutti quelli che vorranno riconoscerli, per poter garantire la continuità storica della formazione artistica e culturale alla città di Bologna e di tutto il territorio della Provincia
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Leggi lo Speciale Barriere Architettoniche.

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