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foto del robot che aiuterà    a trattare l'autismo
La terapia con i robot, introdotta negli Usa nel 1997, è sempre più utilizzata con i ragazzi in età scolare


Torniamo a parlare di robot e autismo, accoppiata solo apparentemente bizzarra. Due anni fa vi abbiamo raccontato della sperimentazione britannica del robot Kaspar, che pare abbia ottenuto un buon successo nel suo ruolo di mediatore sociale.  Stavolta parliamo invece di robot donna, per di più italoamericano.

Si chiama FACE (Facial Automaton for Conveying Emotions) ed è un androide biometrico di genere femminile, capace di riprodurre le espressioni facciali, le emozioni umane e soprattutto di interagire. Frutto del lavoro di un team di ricercatori del Centro "Piaggio" dell'Università di Pisa e di alcuni ricercatori statunitensi FACE, che ha le sembianze della moglie di uno dei ricercatori, sembra quasi umana. Come il suo predecessore Kaspar, decisamente meno curato nei dettagli, anche Face è in grado di assumere le principali espressioni facciali legate alle emozioni umane.

La prima applicazione di questo robot sperimentale, svoltosi in collaborazione con la fondazione Stella Maris, si è svolta con modalità simili alla sperimentazione britannica. I bambini, con l'aiuto di un terapista, sono stati invitati a interpretare le espressioni facciali di face e poi imitarle.
Grazie a questi esercizi i ricercatori stanno raccogliendo le reazioni dei bambini durante l'interazione con il robot, per fornire ai terapisti elementi fondamentali per la redazione di un protocollo riabilitativo, che sarà basato su imitazione e reciprocità sociale ed emotiva.

"Il robot - ha spiegato il ricercatore Daniele Mazzei - è molto funzionale a questo tipo di terapia perché permette di riprodurre in modo ripetitivo e stereotipato espressioni facciali senza rompere il connubio che c'è fra terapista e bambino. Data la natura artificiale del sistema, la comunicazione risulta nettamente semplificata e ridotta rispetto a quella umana e il paziente può concentrarsi su un numero limitato e facilmente riproducibile di espressioni emotive".

La grande differenza rispetto alla sperimentazione precedente è, almeno a prima vista, la grande verosimiglianza di Face. La cura dei dettagli è stata davvero massima, la pelle è realizzata con un polimero speciale in grado di permettere una naturale riflessione della luce tipica della pelle umana e di assecondare i movimenti del volto provocati dai 48 muscoli artificiali del viso di Face.

Per analizzare il protocollo riabilitativo dovremmo invece attendere ancora un po'.






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Ilaria Vacca



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