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25 anni di attività. Se fosse un matrimonio sarebbero nozze d'argento.
Invece si tratta dell'anniversario della nascita di Asphi, sigla che indica la Fondazione Avviamento e Sviluppo di Progetti per ridurre l'Handicap mediante l'Informatica. Un'attività venticinquennale quindi, ma che non ha perso in smalto e freschezza. Anzi: partita dalla collaborazione tra l'Istituto Cavazza e l'IBM di Bologna, ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nel panorama della ricerca informatica a favore delle categorie svantaggiate, coinvolgendo molte aziende ed enti presenti nel territorio.

L'anniversario è stato festeggiato con un convegno a Bologna, nell'aula magna della regione Emilia Romagna, che è partner della fondazione. Nella "mission" di Asphi viene proposto questo valore ispiratore: "La persona disabile è un cittadino a pieno titolo con diritto di vivere e operare nella società di tutti". Nel convegno si è dunque fatta memoria di tutte le realizzazioni e gli sforzi fatti per aggiungere nuovi tasselli per il raggiungimento di questa cittadinanza.

L'intervento programmatico più indicativo è stato da Carlo Gulminelli, vicepresidente della fondazione: "Lo stile che ci ha contraddistinto in questi anni deve rimanere lo stesso anche nel futuro. Ed è caratterizzato da due punti fondamentali. Il primo è l'ascolto. Per lavorare non per i disabili, ma con loro. Recependo piuttosto che inventando da zero. Il secondo punto è la partnership, che vuol dire consapevolezza dei propri limiti. Valorizzando competenze e strutture esterne, in una rete di decine di enti e aziende che lavorano gomito a gomito".
Insomma, per essere efficaci bisogna sporcarsi le mani, anche con i mezzi informatici...
Anche perché le aspettative dell'utenza disabile in fatto di tecnologia crescono quasi alla stessa velocità dell'evoluzione dei mezzi a disposizione. E' quanto emerge da un questionario proposto alle persone che hanno seguito i corsi di formazione Asphi. Queste persone non subiscono il progresso tecnico, ma lo vivono attivamente: e ciò nonostante c'è la preoccupazione che non si tenga conto delle loro esigenze di accessibilità. Se non ci si pensa, queste caratteristiche non si attivano. E certi mezzi che possono togliere dall'isolamento (basta pensare ad internet), rischiano di non poter essere usati. Il che ripropone il problema. Si altalena tra speranze di autonomia, e timori di marginalizzazione. Enti come Asphi servono anche per far sbilanciare il conto più verso l'integrazione.

L'occasione è stata anche valida per una rapida tavola rotonda sui temi emergenti dagli sviluppi della tecnologia ICT, toccando sfide come l'accessibilità della digitale terrestre, della tecnologia mobile, delle opportunità offerte dalla banda larga, e delle applicazioni in campo didattico.
Nuovi campi in cui Asphi sicuramente troverà modo di introdurre l'utenza disabile.

INFO:

Vedi la recensione del sito Asphi

Asphi propone anche, ogni due anni, una fiera espositiva delle realtà che si occupano di tecnologia per disabili. Disabili.com ha partecipato alle edizioni 2002 e 2004. Ecco il lancio dell'ultima esposizione

Altri progetti curati dalla fondazione:
A CHE PUNTO SIAMO CON L'ACCESSIBILITÀ DEI SITI INTERNET?

FORMAZIONE PERMANENTE, ORA E' UNA NECESSITA'

LA PATENTE EUROPEA DEL COMPUTER PER NON VEDENTI


[Alberto Friso]

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