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Ha un'altezza e un peso medio, è in grado di compiere normali movimenti, ha una buona funzionalità dei cinque sensi e utilizza prevalentemente la mano destra.
Queste alcune delle tipiche caratteristiche dell'uomo medio.
Quello al quale pensano le aziende quando realizzano un prodotto di "largo consumo".
Un prodotto che viene venduto perché adatto alla maggior parte dei consumatori.
E in una logica di mercato, questo è quello che conta.
Esistono però molte persone che, anche se non necessariamente rientranti nella categoria dei portatori gravi di disabilità, non corrispondono a queste caratteristiche e spesso incontrano difficoltà a maneggiare anche semplici oggetti d'uso.
Queste persone non vanno alla ricerca dei prodotti pensati per le persone disabili perché, oltre ad essere molto complessi, hanno prezzi troppo elevati.
Il loro problema, dovuto alle loro lievi disabilità, potrebbe essere risolto se ci si mettesse un po' più di attenzione nel creare questi prodotti di largo consumo.
Che vedrebbero allora allargarsi ancora di più la cerchia dei consumatori.
Basterebbero piccoli accorgimenti per rendere questi prodotti utilizzabili davvero da tutti, o quasi.
Questa l'idea alla base del progetto "Pro.F.Use", che ha come obiettivo ultimo la realizzazione di linee guida utilizzabili dai progettisti, e che consentano di identificare con un apposito marchio i prodotti "per tutti".
Quattro Paesi europei coinvolti, tre Facoltà universitarie con vocazioni apparentemente piuttosto lontane (Medicina a Siena, Ingegneria nella polacca Wroclaw e Architettura a Firenze), tre Business Innovation Center, un Consorzio di Imprese e un Centro di Ricerca olandese che si occupa di riabilitazione: sono queste le realtà coinvolte nel progetto, che sarà coordinato dal Centro di Impresa e Innovazione di Pistoia e che verrà finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Leonardo da Vinci.
Abbiamo intervistato Francesco Baicchi, coordinatore del progetto, per saperne un po' di più.


Paesi europei, facoltà universitarie, imprese e associazioni: come siete riusciti a mettere insieme realtà così diverse per la realizzazione di un unico progetto?
Lavoriamo frequentemente "in rete" con altre organizzazioni sparse anche in altri Paesi europei.
Per ogni progetto cerchiamo i partner che ci sembrano più adatti e interessati.
Siamo facilitati dall’appartenere alla rete dei BIC (che si chiama EBN), cioè di circa 150 Organizzazioni simili che hanno finalità comuni e si riconoscono vicendevolmente.


Nella ricerca e nella realizzazione di questo progetto saranno coinvolte direttamente anche persone disabili?
Diverse persone diversamente abili con le loro organizzazioni interverranno sia nella fase di ricerca e di progettazione che, soprattutto, nella valutazione dei prototipi realizzati.
In fondo saranno loro a dire se il progetto è riuscito oppure no.

Quando e da chi è partita l’idea?
Tutto è nato dalle esperienze maturate in vari campi, tutti fondamentali per la realizzazione del progetto: l’importanza del design come fattore di innovazione, la "cultura" dei sistemi gestionali certificabili, l’analisi dei mercati sempre più orientati "al cliente", cioè a soddisfare anche bisogni inespressi.
Abbiamo fatto una verifica dello "stato dell’arte" e ci è sembrato utile (e giusto) invertire il concetto del prodotto per i disabili in prodotto utilizzabile da tutti.

L’iniziativa durerà due anni: come verrà organizzata la ricerca? Quale sarà il ruolo di ciascun ente che vi partecipa?
Il progetto ha vari obiettivi: quello centrale è la messa a punto di "linee guida", cioè di un manuale per la progettazione dei "prodotti per tutti".
Ma speriamo di arrivare alla certificazione dei prodotti per renderli identificabili, e alla realizzazione di un concorso per il miglior prodotto.

Come funzionerà il marchio di prodotti "per tutti"?
Il progetto sperimenterà la possibilità di una classificazione della gravità della disabilità, che consentirà di apporre un marchio che indicherà fino a quale livello il prodotto è utilizzabile.
Questo dipenderà dalla documentazione che il progettista sarà in grado di produrre sui criteri di progettazione, realizzata in base alla ‘linea guida’.

Sono già stati realizzati dei prodotti con accorgimenti in grado di renderli utilizzabili anche da parte di persone con disabilità? Qualche esempio?
Esiste un vero e proprio mercato ‘di nicchia’ di prodotti per persone disabili, che comprende i comandi vocali, i sussidi per la deambulazione...
Il problema è che sono appunto prodotti di nicchia: efficaci, ma molto identificabili e quindi ‘marcanti’.
Noi vogliamo arrivare a prodotti uguali per tutti.


Info

Pro.F.Use


Per conoscere alcune delle realtà coinvolte nel progetto:

Centro di Impresa e Innovazione di Pistoia
Sito web www.ciipistoia.it/profuse
E-mail info@ciipistoia.it
Tel. 0573 964482

Corso di design Industriale della Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze

Corso di specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dell'Università di Siena
Sito web www.unisi.it

AISM - Associazione Italiana Sclerosi Multipla

Consorzio PMI di Quarrata


Sono tanti i prodotti innovativi e alla portata di TUTTI che puoi trovare.
Leggi questi articoli per conoscerli:

[Francesca Lorandi]

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