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PATENTE A PUNTI: COSA CAMBIA PER I DISABILI

Disabili-com: Logo Speciale Patente a Punti

Lo abbiamo chiesto a Claudio Puppo, Presidente dell'A.N.G.L.A.T

E' la novità dell'estate, anche se non scala hit parade e non si indossa.
E' sulla bocca di tutti e in tutti i giornali.
E' la patente a punti.
Nuove regole: luci sempre accese, cambio dei limiti di velocità, regolamentazione dei comportamenti stradali... e per chi non rispetta le normative appena entrate in vigore verranno scalati "punti-bonus" dalla patente, da venti a zero, quando si dovrà tornare fra i banchi di scuola... guida!
Ma per i disabili cosa è cambiato? Ci sono stati agevolazioni o svantaggi?
Per capirci qualcosa lo abbiamo chiesto a Claudio Puppo, Presidente dell'ANGLAT - Associazione Nazionale Guida Legislazione Andicappati Trasporti.

Abbiamo scoperto che in realtà non è cambiato molto.
La novità più sostanziale è che chi parcheggia nelle piazzole di sosta riservate ai portatori di handicap si vedrà togliere due punti dalla patente.
Una riconoscimento indiretto, ma sempre importante dei diritti dei disabili.
Più che altro, spiega Puppo, servono alcuni chiarimenti.
Il primo riguarda il CAP, cioè il Certificato di Abilitazione Professionale, quello che serve per portare i mezzi da piazza, come autobus e taxi.
A quanto pare entro sei mesi dall'entrata in vigore del nuovo Codice Stradale sarà abrogata la norma che impedisce ai disabili di conseguirlo.
E questo significa due cose: prima di tutto l'aprirsi di nuove frontiere lavorative, cioè nuovi posti di lavoro usufruibili dai disabili.
In secondo luogo che molti potranno tornare al loro vecchio impiego, che magari hanno dovuto abbandonare per un incidente.
Ma non è tutto. Sembra sparirà anche la limitazione che impediva ai disabili di quattro arti di ottenere la patente speciale.
Ma, afferma, il presidente dell'A.N.G.L.A.T., tutto dipende da come la legge sarà stesa: intanto bisogna aspettare e poi si vedrà.

I punti su cui insiste l'Associazione sono invece altri.
In primo luogo chiedono che il calcolo dei punti sia diverso per i disabili, cioè, sostiene Puppo, non è giusto che ogni piccola infrazione, soprattutto i divieti di sosta, costino uguale anche per i portatori di handicap: anche questa potrebbe essere considerata, in fondo, una discriminazione. Una volta senza patente i disabili non potranno usufruire dei mezzi pubblici con la stessa facilità dei normodotati.
Una seconda richiesta è che i disabili non debbano usare per forza il giubbotto catarifrangente, ma che, invece, siano utilizzate delle strisce catarifrangenti: un giubbotto impedirebbe troppo i movimenti di chi è in carrozzina.

Insomma, ben venga la nuova patente a punti se può garantire la sicurezza sulle strade e far sì che ci siano sempre meno associati all'A.N.G.L.A.T., cioè persone che riportano disabilità dopo un incidente.
Ma serve un'applicazione oculata che non vada a limitare le reali possibilità dei disabili. E per questo in settembre si cercherà lincontro con il Presidente della Camera Casini e con il Ministro delle Infrastrutture Lunari.
Incontri che si rendono necessari per richiedere anche un codice stradale più rigido per chi abusa dei contrassegni, il cui comportamento, in fin dei conti, danneggia l'intera categoria dei disabili.
Serve una maggiore severità nel rilascio, in modo che possa usufruire del contrassegno solo chi ne ha effettivo bisogno e serve una maggiore severità per chi ne abusa, una volta ottenutolo: la proposta è quella di inasprire la penalità da due a cinque punti.

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