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Una multa più salata per chi usa impropriamente i tagliandi
Contravvenzioni più rigide potrebbero sensibilizzare le persone? Ne è convinta Federica, una ragazza disabile che abbiamo intervistato
di Alessio Aymone

Federica da tre anni usa regolarmente la macchina per muoversi in città . L'abuso dei tagliandi è un problema che può essere risolto: con più controlli sulle strade, ma anche con pene pecuniarie più serie. Solo così si possono sensibilizzare le persone al fatto che "chi - ad esempio - lascia la macchina in una piazzola per disabili e non ha un tagliando che glielo consenta, con questo suo comportamento, sta sottraendo qualcosa che di diritto spetta a qualcun altro, non a lui."

Il Comune le ha concesso la piazzola riservata vicino alla sua abitazione?
Dove abito non ho alcun problema di parcheggio in quanto ho la possibilità di mettere la macchina nel cortile privato del mio condominio. Questa è la ragione per cui non ho bisogno di una piazzola riservata sotto casa. Anche se avere un posto auto nel cortile non mi garantisce sempre una certa agevolezza nella salita e nella discesa. Puntualmente, una decina di volte al mese, capita che un condomino parcheggi la sua macchina o la sua moto troppo vicino alla mia: certe volte succede per disattenzione, certe altre perché non sanno che quell'auto è mia e che quindi ho bisogno di uno spazio sufficientemente distante dalle altre vetture per salire e per scendere.

In questi casi come si comporta?
Se devo salire, citofono a tutti i condomini per cercare di capire chi è il proprietario dell'auto o della moto, operazione che mi fa perdere diverso tempo. Se devo scendere e c'è una moto che me lo impedisce, cerco di spostarla, ma sfido chiunque a smuovere un peso di quella portata. Qualche volta, quando proprio non ci riesco, la spingo a terra, con tutte le conseguenti e inevitabili lamentele del proprietario. Lo so che è un gesto estremo ma se un condomino sa che quella è la mia macchina e che non deve parcheggiare vicino, perché non sta attento? Certo, in un condominio è difficile che tutti si conoscano. Il problema sarebbe presto risolto se, viste le mie esigenze, l'amministratore riservasse un posto auto destinato solo a me: ma a questa mia richiesta ha risposto che in un cortile privato i posti appartengono a tutti e non è possibile assegnarne uno in pianta stabile al singolo condomino.

Si ritiene soddisfatta del numero e della distribuzione delle aree di sosta riservata?
Il problema non sta tanto nelle dimensioni ridotte delle aree di sosta, quanto nel loro numero eccessivamente scarso. Sì, le piazzole sono poche ma in realtà la questione è un'altra: nel centro storico non possono essere utilizzate da una persona disabile sola, la quale deve invece necessariamente essere affiancata da un accompagnatore. Sono infatti spesso costeggiate dal marciapiede e da irregolarità stradali: insomma, puoi parcheggiare ma non puoi scendere. E allora a che servono? In questi casi io scelgo di parcheggiare ovunque ne abbia bisogno, nelle aree pedonali, sulle strisce di attraversamento, nei parcheggi riservati ai taxi. Se la città non mi offre dei posti auto adeguati, allora scelgo io dove lasciare la macchina. E infatti i vigili non mi hanno mai detto niente. Anche fuori dal centro il problema rimane quello delle poche aree messe a disposizione. Nei centri commerciali invece i posti, oltre a essere ridotti, sono sempre occupati: le auto poi parcheggiano troppo vicine perché mancano dei paletti divisori che aiuterebbero a risolvere il problema. Quando mi sono rivolta ai vigili per protestare, ho scoperto un fatto curioso: mi hanno risposto che non possono entrare nei parcheggi dei supermercati e multare le vetture.

Generalmente a chi si rivolge per protestare?
Per le lamentele mi rivolgo all'Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) del Comune di Bologna. Oltre che ovviamente ai vigili urbani: solo che in molti casi dicono che non possono intervenire perché o non possono raggiungere chi ha effettuato la chiamata o sono occupati e hanno altro da fare.

Abuso dei tagliandi. Piaga reale o falso problema?
Non c'è dubbio, l'abuso esiste. Credo però che sia per lo più dovuto alla insufficiente competenza di chi assegna i tagliandi. Insomma, oggi i cartellini con il simbolo della carrozzella lo possiedono tutti e francamente questo mi sembra strano. Ci possono essere anche, come nella realtà poi accade, familiari di disabili che usano impropriamente il tagliando, ma questo non spiega come mai i tagliandi siano così diffusi. Da parte dei vigili urbani sarebbero necessari controlli più rigidi sia al momento dell'assegnazione dei cartellini sia per le strade. Sono dell'opinione che dovrebbe essere aumentato anche l'importo della multa per chi sosta dove non deve. Che al momento è di circa trenta euro, un importo fissato per molti altri tipi di infrazione che chiunque può compiere e che tutti possiamo trovarci prima o poi a pagare. Aumentando anche di molto le multe, si sensibilizzano le persone al fatto che chi lascia la macchina in una piazzola per disabili e non ha un tagliando che glielo consenta, con questo suo comportamento, sta sottraendo qualcosa che di diritto spetta a qualcun altro, non a lui.

Dissidi con chi fa un uso improprio del tagliando ne ha mai avuti?
No, perché, come ho detto, se trovo la piazzola occupata, parcheggio dove ritengo più opportuno e dove mi è più comodo, anche se non mi è ufficialmente consentito. Però ne sono capitati tanti con chi lasciava il proprio scooter o la propria auto attaccati alla mia. E non solo nel cortile di casa. Una volta mi è successo al McDonald's di San Lazzaro: qualcuno aveva parcheggiato il motorino troppo vicino alla mia portiera. Dopo tre annunci fatti all'interno del ristorante per trovarne il proprietario, decisi di spingere il motorino a terra. Ovviamente in quell'esatto momento saltò fuori il proprietario, una ragazza che si trovava dentro al locale e aveva ignorato gli annunci vocali. La cosa buffa è che poi, quasi avessero ragione loro, i proprietari dei mezzi finiscono per chiedere a me i danni.

Danni che alla fine è stata costretta a pagare?
No, mai. Alla fine ho sempre vinto io.

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