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Abuso di contrassegni: che cosa può fare la polizia municipale
L'esperienza di un vigile urbano a Bologna
di Elena Lonardi

Abbiamo intervistato un vigile urbano per capire, tramite un'esperienza diretta, quali sono i maggiori problemi e le possibili soluzioni dell'uso improprio dei tagliandi per disabili. Un problema difficile e paradossalmente poco regolamentato e un po' sottovalutato, per cui si finisce per arrangiarsi come si può.

Zone a traffico limitato, corsie preferenziali, mancanza di posteggi, centri storici chiusi. La situazione per chiunque viaggi in auto in città è davvero complicata. I più cercano di aggirare il problema a modo loro, rendendo, in realtà , la situazione "traffico" ancora più ingestibile. Il maggior svantaggio, com'è naturale, lo subiscono proprio quelle particolari categorie di persone che, anche in una situazione di massimo rispetto reciproco, hanno, almeno in Italia, i loro bei nodi da sbrogliare. Parlo dei disabili e del fenomeno, purtroppo molto diffuso, dell'uso improprio dei tagliandi, rilasciati, appunto, per favorire la circolazione e l'assistenza di questa categoria. Abbiamo cercato quindi di capire quali potrebbero essere le soluzioni a tale problema e su cosa vertono, almeno al momento, i controlli delle vetture sulle strade da parte della Polizia Municipale.

Dopo aver inutilmente tentato per giorni di mettermi in contatto con il Comandante della Polizia Municipale, e aver ottenuto pochissime informazioni da parte dell'Ufficio Stampa del Comune (e cioè che tutti i controlli vengono fatti in rispetto del codice della strada e che i tagliandi vengono controllati, ed eventualmente annullati o rinnovati, ogni cinque anni dall'Ufficio Traffico), ho parlato direttamente con un vigile urbano, che mi ha raccontato la sua esperienza.

Partiamo dal presupposto che il codice della strada paragona il disabile a tutte le categorie che, a seconda delle situazioni, godono di maggior favore (per esempio, sulle corsie preferenziali ha gli stessi diritti di un autobus ). Alcune sentenze hanno complicato la situazione non considerando solo il tragitto utile per lo spostamento del disabile (ovviamente presente sul veicolo) ma anche tutte le operazioni concernenti la sua assistenza (per esempio l'acquisto di medicinali), per cui "il più diffuso tipo di abuso è l'uso improprio dei tagliandi da parte di parenti e amici". La cosa è possibile perché i tagliandi, oltre ad avere valenza nazionale, sono intestati al disabile e non al veicolo. Nei comuni dove non esistono particolari difficoltà di riproduzione (come per esempio la presenza di ologrammi) questo fattore è poi esasperato dalla possibilità di creare facilmente più copie fino ad arrivare alla vera e propria contraffazione, per cui il contrassegno viene addirittura inventato.
A questo si aggiunge il fatto che quando scadono i diritti di possesso del tagliando non c'è l'obbligo di una procedura immediata che ne preveda il ritiro, per cui si continua ad usarli anche se scaduti.

Appare chiaro che l'ufficio traffico dovrebbe essere più solerte nei controlli. "Una soluzione potrebbe essere quella di creare un sistema anagrafico, strutture informatizzate e modalità di gestione dei dati condivise da tutti i comuni. Questo infatti permetterebbe un più sofisticato e unificato controllo a monte di tutta la procedura. A questo ovviamente si aggiunge la necessità di rilasciare tagliandi irriproducibili e condivisi a livello nazionale".
Ora il più è affidato alla buona volontà del vigile, per quanto riguarda i controlli sia delle contraffazioni che degli usi impropri. Il problema è che spesso, anche quando si intuisce che l'abuso c'è, non si hanno i mezzi per punirlo. Scattano allora forme di difesa (ad esempio sanzioni per motivi più banali) che però risolvono ben poco. "Capita allora, specie quando ci troviamo di fronte a persone prepotenti e arroganti, dov'è particolarmente evidente l'abuso di questo diritto, che la multa venga fatta, che so, perché la cintura non è allacciata"
Normalmente, quindi, ci si concentra maggiormente su chi il tagliando non lo ha con sè. "Anche se solamente non è visibile la multa è prevista, pur essendone praticamente automatico l'annullamento in caso di ricorso presso uffici amministrativi, dimostrando l'effettivo possesso del contrassegno. In caso si scopra invece, ma è molto più difficile, un contrassegno falso o scaduto, scatta la denuncia penale".
Riuscire ad intuire l'effettiva buona fede delle persone è davvero impresa ardua. Inoltre in sede di ricorso le casistiche sono davvero tante e anche il vigile più solerte può esserne danneggiato. Quando si ha a che fare con situazioni di carattere medico i danni richiesti possono essere davvero alti. Per cui a volte si finisce anche per "lasciar correre". Specie in una situazione in cui non è del tutto chiaro che cosa può fare una persona effettivamente dotata di contrassegno (per esempio, può entrare nelle aree pedonali anche quando la medicina non è urgente?). "Una volta mi è capitato di fermare e multare un ragazzo perché senza contrassegno. In seguito dallo stesso ho ricevuto minacce di denuncia perché a causa mia la madre non aveva potuto raggiungere il medico di cui aveva urgentemente bisogno. Ero in totale buona fede, ma mi sono comunque spaventato".

Le proteste da parte dei disabili stessi sono quotidiane, per lo più in riferimento alla mancanza di posteggi. Non ci sono gravi problemi per quelli sotto casa, mentre la situazione è davvero critica nelle zone dove il flusso d'auto è continuo. "In tutti i casi la multa viene usata come scappatoia pur essendo la rimozione obbligatoria e più o meno immediata per i casi più urgenti. Tutti i casi di questo tipo comunque hanno la priorità presso l'Ufficio Rimozioni". Ora il problema è la disponibilità di carri attrezzi ed i tempi di spostamento necessari.
"Altre proteste, al contrario, arrivano dalla gente, stanca di una gestione così poco celere". Posteggi auto per disabili, ad esempio, continuano ad esistere anche molto tempo dopo il decesso della persona che ne aveva il diritto.

La situazione è evidentemente complessa. Poca è l'attenzione politica a questo tema e le varie amministrazioni tendono a privilegiare, ingiustificatamente, altre categorie, per esempio quella dei commercianti.
Le ordinanze, d'altro canto, definiscono poco le diverse situazioni, le tipologie di controlli e le sanzioni adatte.
Non ultima la mancanza di sensibilità della gente alla questione. Troppo spesso si sottovaluta il danno che si può recare a una persona disabile anche se se ne occupa il posteggio per soli 5 o 10 minuti. E allora, essendo la multa una delle poche e a volte l'unica soluzione possibile‚ŽŠnon lamentiamoci quando arriva!

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