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Condannata per discriminazione la celebre compagnia di autobus extra-urbani Flixbus, che dovrà allestire i propri mezzi per rendersi accessibile ai viaggiatori con disabilità o mobilità ridotta

Secondo quanto stabilito dal Regolamento (CE) n. 181/2011, i passeggeri che viaggiano in autobus nei Paesi dell’Unione Europea sono portatori di alcuni diritti fondamentali tra i quali, indipendentemente dai chilometri delle tratte percorse, condizioni di trasporto non discriminatorie anche in caso di disabilità. In particolare, nel documento si legge che “I servizi di trasporto di passeggeri effettuati con autobus dovrebbero essere a beneficio di tutti i cittadini. Di conseguenza, le persone con disabilità o a mobilità ridotta dovuta a disabilità, all’età o ad altri fattori dovrebbero avere la possibilità di usufruire dei servizi di trasporto effettuato con autobus a condizioni che siano comparabili a quelle godute dagli altri cittadini. Le persone con disabilità o a mobilità ridotta hanno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini in relazione alla libera circolazione, alla libertà di scelta e alla non discriminazione”.

LA VIA CRUCIS DEI VIAGGIATORI CON DISABILITA’ - Facciamo questa dovuta premessa perché è giusto ricordare in quale quadro normativo ci si trovi quando, nella realtà invece dei fatti, i cittadini italiani con disabilità si scontrano purtroppo frequentemente con disservizi e mancanze in fatto di accessibilità dei trasporti, ovvero con le famose barriere architettoniche. Bus privi di pedane o spazio di stazionamento carrozzine sono, diciamocelo, all’ordine del giorno.
Ma sembra che le cose stiano cambiando: qualcosa all’orizzonte si muove.  Si tratta di una recentissima sentenza a carico di una delle principali compagnie di trasporto di autobus extraurbani low cost, che è destinata a fare giurisprudenza, dimostrando l'autentica via crucis che le persone con disabilità devono affrontare ogni giorno a causa della presenza delle barriere architettoniche presenti sui mezzi di trasporto - sia pubblici che privati - che impediscono a chi abbia ridotte capacità motorie di viaggiare spostandosi da una città all'altra.

LA CONDANNA DI FLIXBUS - Il Tribunale di Roma ha infatti condannato Flixbus, la celebre società di autobus extra-urbani che effettua servizi di trasporto low-cost in tutta Europa, per condotta discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità a causa della mancata accessibilità degli autobus.
Il Giudice, la dott.ssa Cecilia Pratesi, ha inoltre ordinato a Flixbus di mettere a disposizione, entro 60 giorni, mezzi accessibili alle persone disabili, oltre a pubblicare a sue spese l'ordinanza di condanna sulle pagine del Corriere della Sera.

LA VICENDA - La vicenda giudiziaria - promossa dall'Associazione Luca Coscioni - trae spunto dalla disavventura subita da alcuni ragazzi in carrozzina ai quali era stato impedito di prenotare il viaggio a causa dell'assenza, all'interno del mezzo di trasporto, delle pedane atte a consentire la salita anche a chi si muove sulla sedia a rotelle, nonché di posti di stazionamento della carrozzina.

E I MEZZI PUBBLICI?  - Una buona notizia, quindi: una prima importante attestazione della necessità di applicare il diritto alla mobilità delle persone con disabilità che vogliono viaggiare in autobus. E per quanto riguarda i  mezzi pubblici? “Nelle prossime settimane l'Associazione Luca Coscioni verificherà se Flixbus avrà posto termine alle condotte discriminatorie così come stabilito dal Tribunale di Roma, dando così modo a chi soffre di una qualche forma di disabilità motoria di avvalersi finalmente dei suoi servizi di trasporto low-cost - dichiarano Filomena Gallo e Alessandro Gerardi, rispettivamente Segretario e Consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni -. Nel frattempo l'Associazione chiede al Governo e ai Ministri competenti, a partire dal Ministro della Disabilità, di effettuare una ricognizione urgente su tutte le linee di trasporto nazionale e locale, pubbliche e private, al fine di imporre urgentemente, su tutto il territorio nazionale, il rispetto dei principi della parità di trattamento nonché della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità”.

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Redazione


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