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L’argomento è noto e sempre imbarazzante.
Perché la mobilità nei centri urbani delle persone con disabilità in possesso del tagliando resta abbastanza complicato, nonostante se parli da un pezzo.
È pur vero che nei siti dei rispettivi comuni che hanno aree interdette al traffico videosorvegliate è riportato il sistema per non vedersi recapitare una multa a casa, ma cambia da centro a centro, e non tutti hanno la pazienza di informarsi ogni volta, di faxare, di telefonare, di farsi presenti ai vigili urbani…
La lettera che pubblichiamo torna quindi sulla questione. Per correttezza diciamo che non è percorribile la proposta del navigatore, di istituire un elenco nazionale di targhe automobilistiche “disabili”, perché il tagliando non è legato all’auto, quanto alla persona con disabilità, che può anche salire sul mezzo di un amico o di un familiare e rimanere tuttavia portatore del diritto di passaggio o di parcheggio.
Ma eccovi la missiva del navigatore di Biella.

Cari amici,
scrivo a voi nella speranza di trovare accoglienza riguardo un problema che sta frenando la mobilità dei disabili.
Quasi tutte le città d’Italia ormai sono dotate di telecamere nel tentativo di prevenire accessi impropri nei centri storici scoraggiando i soliti furboni che infischiandosene dei pedoni si portano con le loro autovetture a ridosso dei negozi per fare shopping.
È appena il caso di segnalare che questo sistema di controllo va diffondendosi a macchia d’olio anche nei piccoli centri.
Come tutti sanno i disabili hanno il diritto di accedere alle zone interdette al traffico esponendo ben visibile attraverso il parabrezza anteriore l’apposito tagliando (quello arancione con la carrozzina).
Peccato che le telecamere riprendano la parte posteriore delle auto rendendo ai tutori dell’ordine impossibile la distinzione tra autorizzati al transito e furbacchioni.
È possibile che nel terzo millennio (la cosidetta era tecnologica) non esista una banca dati con le targhe automobilistiche autorizzate?
Da alcuni anni ogni volta che un disabile (ma vale anche per altre categorie di cittadini autorizzati) incappa nel sistema di videosorveglianza deve sobbarcarsi l’onere sia in termini di tempo, sia in termini di spesa per dimostrare di avere libero accesso alle zone precluse al traffico.
Sarebbe così oneroso per i comuni interessati all’installazione di queste telecamere collegarsi alla banca dati prima di convalidare l’infrazione evitando così all’ignaro disabile di dover spedire alle amministrazioni comunali che hanno contestato l’infrazione, fotocopia di documento d’identità, autorizzazione e bollettino di pagamento con raccomandata per un modico costo di euro 3,40  ma solo se si ha la fortuna di avere una fotocopiatrice in casa?
Il costo di 3,40 euro è per ogni singola infrazione contestata quindi un disabile, se ama visitare città d’arte e luoghi di cultura, può arrivare a spendere addirittura più che per gli ingressi ai musei…
Sono convinto che sia giunto il momento di mettere fine a questa situazione che, in contrasto con l’orientamento politico-sociale in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, sta complicando la vita di chi nella malattia lotta ogni giorno per essere libero e autonomo.
 
Antonio Monitoro

INFO:

Sull’argomento vedi anche questi articoli:
DUE MULTE ‘PER SBAGLIO’: COME RIDERE DEI PARADOSSI

AL VIA NUOVI SISTEMI DI CONTROLLO ELETTRONICO DEL TRAFFICO

QUANDO LE ZONE A TRAFFICO LIMITATO LIMITANO L'AUTONOMIA

 

[Redazione

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