SPECIALE INFLUENZA AVIARIA:
Pollo sì, pollo no
La domanda ce la siamo posta tutti: è rischioso mangiare pollame o altro genere di uccelli?
La risposta è decisamente no. Non c'è nessuna evidenza scientifica che consumare carne di pollo cucinata possa costituire un veicolo di trasmissione. I virus temuti sono quelli che si trasmettono per via respiratoria.
Usualmente del resto i virus dellinfluenza aviaria non infettano gli uomini; tuttavia, sono state riportate segnalazioni di infezioni umane. L'uomo può infettarsi con il virus dell'influenza aviaria a seguito di contatti diretti con animali infetti (vivi o morti) e/o loro escrezioni (feci, urine, saliva e secrezioni respiratorie), mentre non c'è alcuna evidenza scientifica di trasmissione attraverso il consumo di carni avicole o uova dopo accurata cottura (70°C).
L'influenza aviaria e gli allarmismi che ha suscitato tra i consumatori hanno causato, negli ultimi due mesi (agosto e settembre), un crollo medio delle vendite del 20,5%, con punte in alcune zone fino al 40%. Non altrettanto le uova, per le quali si segna un aumento (+5,8%).
L'entrata in vigore del provvedimento che prevede l'obbligo di indicare l'origine della carne in etichetta potrà garantire i cittadini sulla salubrità delle produzioni e rappresentare un elemento fondamentale per rilanciare i consumi.
L'etichetta dovrebbe contribuire a tranquillizzare le persone fornendo ogni informazione e trasparenza sul prodotto. Quindi una chiara rintracciabilità. La Cia (Confederazione italiana agricoltori) conclude ribadendo che, davanti a una pesante crisi di mercato, "è necessario attivare gli interventi indispensabili per fronteggiare la preoccupante situazione e sanare i danni rilevanti che in queste ultime settimane hanno subito gli allevatori italiani".
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