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SPECIALE "INFLUENZA A"
A cura di Alessandra Babetto
Fonte: Ministero della Salute
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Pandemia e vaccino - punti chiave

Una pandemia influenzale è causata da un virus che può essere del tutto nuovo o scarsamente diffuso nella popolazione umana. Questo crea una generale vulnerabilità all'infezione. Anche se non tutta la popolazione contrae l'infezione nel corso della pandemia quasi tutti sono suscettibili di infettarsi. Il fatto che un gran numero di persone si ammali più o meno nello stesso periodo rende l'influenza una patologia che incide sia economicamente che socialmente e può comportare un sovraccarico di lavoro per le strutture sanitarie. La contagiosità del virus influenza la gravità della pandemia poiché può aumentare il numero di persone malate e bisognose di cure in un periodo breve di tempo e con concentrazione in una determinata area geografica anche se non tutti i Paesi e le aree geografiche sono interessate dalla pandemia nello stesso periodo. Anche la rapidità della diffusione sia all'interno del Paese che a livello internazionale viene influenzata dalla contagiosità del virus. La diffusione rapida della malattia può ridurre la capacità di governi e servizi sanitari di far fronte alla situazione (OMS - maggio 2009).

Punti chiave
- La nuova influenza pandemica A(H1N1) si diffonde rapidamente ma non si può prevedere la sua futura evoluzione. La maggior parte dei dati che riguarda la pandemia è stata acquisita in paesi provvisti di servizi sanitari ben funzionanti.
- Nel mondo, nella maggioranza dei casi la nuova influenza continua a manifestarsi con sintomi lievi cui segue una completa guarigione senza bisogno di cure mediche.
- Le donne in gravidanza e le persone in precarie condizioni di salute vanno incontro ad un rischio più elevato di complicanze.
- Anche se i virus responsabili della diffusione della pandemia sono virtualmente uguali, l'impatto della pandemia può rivelarsi più severo in paesi con servizi sanitari deboli, condizioni di salute precarie e limitate risorse.
- In tali contesti la pandemia ha scarse risorse cui attingere e, i servizi sanitari già in precarie condizioni, possono peggiorare.
- I Paesi dove i servizi sanitari sono già oberati dalla presenza di malattie quali HIV/AIDS, tubercolosi e malaria, incontreranno grandi difficoltà nel gestire l'insorgenza di nuovi casi con la diffusione della nuova influenza pandemia (OMS - agosto 2009).


Raccomandazioni dell'OMS sull'impiego del vaccino

L'Organizzazione Mondiale della Sanità , in data 11 giugno 2009, ha dichiarato il passaggio alla fase 6 della influenza da virus A H1N1. Conseguentemente, la stessa Organizzazione ha diramato, il 13 luglio, le raccomandazioni del SAGE (Strategic Advisory Group of Experts) sull'impiego del vaccino contro l'influenza pandemia da virus A H1N1.

Il SAGE ha esaminato la corrente situazione pandemica, lo stato di produzione del vaccino antinfluenzale stagionale e la capacità produttiva del potenziale vaccino contro il virus A H1N1 ed ha considerato le possibili opzioni d'uso.

Gli esperti hanno identificato tre differenti obiettivi che i Paesi possono considerare nel disegno della strategia vaccinale pandemia:
- Proteggere l'integrità del sistema sanitario e delle infrastrutture del Paese
- Ridurre la morbosità e la mortalità
- Ridurre la trasmissione del virus pandemico nella collettività
L'OMS sottolinea che qualunque strategia vaccinale dovrebbe essere armonizzata con la situazione epidemiologica nazionale, con le risorse e la capacità di accesso alla vaccinazione, per implementare la campagna vaccinale nelle categorie individuate e applicando altre misure di mitigazione non farmacologiche. Sebbene la gravità di questa pandemia sia attualmente considerata moderata, autolimitantesi e senza complicanze nella maggior parte dei pazienti, alcuni soggetti, quali le donne in gravidanza, gli affetti da asma e altre patologia croniche, sembrano essere a maggior rischio per complicanze e decessi, conseguenti all'infezione.

Pertanto, l'OMS raccomanda di immunizzare prioritariamente gli operatori sanitari per mantenere le prestazioni sanitarie e, poiché il vaccino prodotto inizialmente dalle ditte non sarà sufficiente per tutti, di procedere alla vaccinazione, per livelli successivi, dei gruppi di popolazione considerati a rischio. Ogni Paese dovrebbe stabilire le proprie priorità sulla base della situazione sanitaria del territorio e procedere identificando i gruppi da vaccinare, ad esempio: donne incinte, bambini sopra i 6 mesi con patologie gravi, giovani e adulti tra i 15 e i 49 anni di età , bambini sani, adulti sani tra i 50 e i 65 anni di età e adulti sani oltre i 65 anni.

Linee del Governo italiano per la vaccinazione

La programmazione della campagna vaccinale pandemica, secondo il parere espresso dall'Istituto Superiore di Sanità , è fortemente in sintonia con quanto raccomandato dall'OMS. Secondo quanto illustrato alla Camera il 22 luglio dal Ministro Sacconi, la vaccinazione pandemica sarà offerta prioritariamente al personale sanitario, che dovrà assistere i malati, e ai soggetti a rischio di complicanze per patologie, per un totale di 8,6 milioni di persone entro la fine del 2009. Poiché i bambini e i giovani sono maggiormente suscettibili di tale infezione, e quindi sono serbatoi di diffusione della stessa, si sta considerando di vaccinare dal gennaio 2010 anche tale fascia di popolazione, che va dai 2 ai 27 anni (15,4 milioni di soggetti).

Un ciclo vaccinale è costituito da due dosi di vaccino, pertanto verranno acquisite 48 milioni di dosi di vaccino pandemico, dalla fine di novembre a gennaio 2010, secondo la programmazione di produzione delle industrie farmaceutiche con le quali il nostro Paese ha stipulato contratti di prelazione dal 2005.
I primi ad avere il vaccino saranno il personale sanitario, gli addetti ai servizi, le categorie a rischio e chi è affetto da patologie respiratorie (fino ai 65 anni). L'inizio della vaccinazione è previsto per metà novembre e si protrarrà fino ai primi mesi del prossimo anno, quando toccherà ai bambini ed ai ragazzi sani dai 2 anni ai 27 (si presume in gennaio).

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