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PIAGHE DA DECUBITO - APPROFONDIMENTO

 

piaghe da decubito

 

COSA SONO, COME E PERCHÈ SI FORMANO LE PIAGHE DA DECUBITO?
Quelle che comunemente sentiamo chiamare piaghe da decubito sono più correttamente definite ulcere da decubito o, genericamente, lesioni da pressione; si tratta infatti di lesioni della pelle e dei tessuti, con evoluzione necrotica, che interessa l’epidermide, il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi più gravi, la muscolatura e le ossa. Questo tipo di lesioni insorgono nelle parti del corpo più a lungo soggette a pressione durante una protratta permanenza a letto o in posizione seduta. I pazienti più a rischio sono quelli impossibilitati o limitati a muoversi in modo autonomo, per esempio perché costretti a letto o su di una sedia a rotelle.
Le localizzazioni più ricorrenti delle ulcere (che variano comunque a seconda della posizione assunta più frequentemente dal malato) sono la regione sacrale (l'area dove si congiungono i glutei), la nuca e i talloni.


STADIAZIONE DELLE LESIONI
I sistemi di classificazione o stadiazione delle lesioni da pressione identificano per stadi le lesioni basandosi sulle condizioni degli strati del tessuto interessato. Le classificazioni per stadi non hanno il compito di descrivere globalmente la lesione, ma di quest'ultima ne forniscono una descrizione anatomica, relativamente semplice, della sua profondità. È sempre opportuno, qualora si classifica, valuta e documenta una lesione  utilizzare un sistema concordato, in quanto esistono vari sistemi di classificazione; tra i più usati è quello proposto dal National Pressure Ulcer Advisory Panel (nato durante la Consensus Conference del 1991):

- Stadio I: eritema fisso (che non scompare alla digito-compressione) della cute integra; altri segni indicativi dell'imminente insorgenza della lesione  possono essere lo scolorimento cutaneo, il calore o l'indurimento.
- Stadio II: ferita a spessore parziale che coinvolge l'epidermide e/o il derma. La lesione è superficiale e clinicamente si presenta come una abrasione, una vescicola o una lieve cavità ;
- Stadio III: ferita a tutto spessore che implica danno o necrosi del tessuto sottocutaneo che si può estendere fino alla sottostante fascia muscolare senza però attraversarla; la lesione si presenta clinicamente come una cavità profonda che può sottominare o meno il tessuto contiguo.
- Stadio IV: ferita a tutto spessore con estesa distruzione dei tessuti, necrosi e danno ai muscoli, ossa e strutture di supporto (tendini, capsule articolari). La presenza di sottominature del tessuto e di tratti cavitari può essere associata a lesioni da decubito di stadio 4.

CHI È PIÙ A RISCHIO?

Elenchiamo di seguito sono elencate le patologie che più di altre favoriscono l’insorgenza delle lesioni da decubito:
- Il Diabete: per le alterazioni neurologiche (neuropatia, alterato deficit delle sensibilità) e per le alterazioni del micro circolo.
- Le Neoplasie: cachessia, anemia, malnutrizione, febbre.
- Le Lesioni midollari: deficit della sensibilità e della mobilità , incontinenza, deplezione proteica.
- Patologie ischemiche/emorragiche cerebrali: deficit di mobilità , alterazione trofismo cellulare
- Patologie neurologiche cronico degenerativi: il Morbo di Parkinson, la Malattia di Alzheimer
- La Miastenia: a causa dell’immobilità, diminuzione della diminuzione della forza di contrazione muscolare e per l’astenia che porta il soggetto a muoversi poco ed a mantenere a lungo la stessa posizione
- La Sclerosi multipla: per l’immobilità, la spasticità, l’incontinenza
- Il Coma: per la più o meno assoluta immobilità

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