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sclerosi_multiplaDalla prevenzione alla qualità della vita del malato

Prevedere la progressione della sclerosi multipla è possibile, e il metodo è semplice.
Uno studio italiano, condotto da Maria Pia Sormani (Università di Genova) e pubblicato sulla rivista Neurology ha individuato dei marcatori ad hoc per predire la progressione della malattia neurodegenerativa.
La ricerca ha infatti analizzato le ricadute e i marcatori di risonanza magnetica come indicatori a breve termine dell’avanzamento della malattia.

I trattamenti che ad oggi sono disponibili per la malattia hanno come obiettivo la prevenzione di disabilità irreversibili, esito che condiziona drasticamente la qualità di vita di chi è affetto da sclerosi multipla. In questo senso l’efficacia di un trattamento dovrebbe essere verificata proprio misurando l’effetto sulla disabilità , visto che non esiste certezza alcuna che un trattamento  in grado di ridurre le lesioni o le ricadute cliniche abbia anche un effetto sulla disabilità .

La sclerosi multipla è una malattia infiammatoria cronica demielinizzante, a patogenesi autoimmune, che colpisce il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale). Ciò significa che chi si ammala innesca un processo di degenerazione della mielina, la struttura che avvolge i neuroni e che permette la trasmissione rapida degli impulsi nervosi.

Nel corso della malattia la distruzione delle guaine mieliniche causa il blocco o rallentamento degli impulsi che vanno dal sistema nervoso centrale verso le diverse parti del corpo e viceversa. Per questo possiamo dire che la disabilità €˜si accumula con gli anni‑¬, ed è difficile stabilire quanto un farmaco possa essere efficace sulla disabilità .

Per poter effettuare degli studi clinici di durata breve spesso vengono presi in considerazione degli eventi semplici da misurare e che riflettano comunque il decorso della malattia (€˜endpoint surrogati‑¬). Nel caso della SM questi eventi possono essere le lesioni rilevabili con la risonanza magnetica o le ricadute cliniche.

Il gruppo di ricercatori genovesi, in collaborazione con l’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro e la Federazione Italiana Sclerosi Multipla, ha individuato una correlazione forte e statisticamente significativa tra gli effetti dei trattamenti sulle ricadute e il peggioramento della scala Edss. La correlazione tra effetto del trattamento sulle lesioni evidenziate dalla risonanza magnetica e scala Edss è risultata invece meno forte ma sempre statisticamente significativa.

Per chi non ne fosse a conoscenza la scala Edss (Expandend Disability Status Scale) è il metodo di valutazione della disabilità nella SM, che prevede una numerazione che va dal livello zero al livello dieci, che corrisponde a morte dovuta alla patologia.

Per ottenere questo risultato il gruppo di ricerca ha analizzato i risultati di tutti i trial clinici condotti sulla forma recidivante remittente di sclerosi multipla, per verificare se gli effetti di un trattamento su ricadute e marcatori di RM sono in grado di predire gli effetti del trattamento sull’avanzamento della disabilità .

Qual è il significato di tutto ciò?
Il senso di questo tipo di ricerche è importante per arrivare a una gestione terapeutica del singolo paziente che possa essere efficace prima di tutto in termini di prevenzione della disabilità .

Per info:

http://www.aism.it
http://www.unige.it

In Disabili.com:
Sla: l'alterazione della flora batterica aggrava la patologia

Ilaria Vacca



http://www.procaduceo.org/it_schede/sm.htm#scala

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