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retinaI primi esperimenti su modello murino hanno riscosso grande successo

Retinite pigmentosa e degenerazione maculare senile potranno essere curate grazie al trapianto di cellule staminali parzialmente differenziate derivanti dalle cellule epiteliali.

La novità arriva da un gruppo di ricercatori dello Schepens Eye Research Institute, i quali hanno studiato una nuova tecnica di trapianto sul modello murino. La novità assoluta di questo tipo di trapianto consiste nel pieno recupero della capacità visiva.

Lo studio è stato condotto per determinare se anche le cellule staminali pluripotenti adulte (in questo caso murine) fossero in grado di indurre la rigenerazione della retina. Una volta ottenute le cellule sono state trapiantate nell'occhio di una retina degenerata ed è stato dimostrato che la rigenerazione ha  interessato le funzioni elettriche della retina, fondamentali per poter riacquisire la capacità visiva.

In questo genere di patologie i fotorecettori della retina iniziano a morire e la retina diviene incapace di intercettare la luce e trasformarla in impulsi nervosi da trasmettere al cervello. Una volta distrutti, i fotorecettori, al pari di altre cellule del tessuto nervoso, difficilmente possono essere rigenerati.
Per questo motivo questa ricerca apre la strada a una possibile terapia rigenerativa che cambierebbe completamente la sorte delle persone affette da retinopatia e degenerazione maculare.

La terapia si prospetta particolarmente adatta a quanti sono affetti da retinite pigmentosa, una distrofia retinica progressiva, un disturbo ereditario in cui le anomalie dei fotorecettori o della retina comportano una perdita della vista graduale e progressiva. Colpisce circa 1 persona su 4.000 abitanti.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica PloS One.


Per approfondire:

CELLULE STAMINALI E DISABILITA'



Ilaria Vacca

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