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Paziente durante il training con la Wii FitUna ricerca della Fondazione Santa Lucia di Roma rivela progressi nell'equilibrio dei pazienti

Quando si dice "unire l'utile al dilettevole". Le console per videogiochi, progettate per offrire momenti di svago, nel loro uso concreto rivelano poi ulteriori potenzialità . Sempre più interattive, possono essere efficaci anche in campo medico, per particolari cure e terapie. Ad esempio, nella riabilitazione dei pazienti con il morbo di Parkinson: lo rivela una ricerca dell'istituto di ricovero Fondazione Santa Lucia di Roma.

Il deficit di equilibrio, con il conseguente alto rischio di cadute, è un problema nella maggior parte dei malati di Parkinson. Per loro, la possibilità di andare incontro a seri eventi traumatici può essere cinque volte superiore rispetto agli anziani disabili. Importante, dunque, aiutare il paziente a mantenere la stabilità con un'adeguata riabilitazione, che è un completamento necessario della terapia farmacologica. Entra così in campo la console per videogiochi. Si tratta, in particolare, della Nintendo Wii: collegata a un televisore, produce effetti visivi corrispondenti ai movimenti compiuti, rilevati da un apposito telecomando e, nel caso dell'esperimento della Fondazione Santa Lucia, anche dalla "Balance Board" una pedana capace di monitorare il centro dell'equilibrio.

"La console è arrivata in casa mia in occasione delle festività natalizie e io stessa, provandola, ho verificato che è molto semplice comprenderne il funzionamento, e che attraverso dei giochi è possibile eseguire dei seri esercizi per l'equilibrio e per la stabilità posturale", racconta Antonella Peppe, specialista in Neurologia, dirigente Medico dell'istituto Santa Lucia. Ecco dunque l'idea di avviare la sperimentazione in ospedale.

"All'inizio abbiamo preso in considerazione solo pazienti ricoverati in questa struttura che avessero un grado di malattia medio, collaboranti, senza grave deterioramento cognitivo, e capaci di mantenere la stazione eretta - precisa la dottoressa - Ora stiamo lavorando anche con pazienti più gravi".

Tre i giochi risultati più idonei all'obiettivo di rafforzare l'equilibrio: "colpo di testa", "bolla di sapone","corsa ad ostacoli". Durante la sperimentazione, tra i pazienti si è rilevata una buona risposta e una maggiore stabilità posturale. "Ricordo un primo paziente con una importante inerzia, che si rianimava di fronte ad un gioco che gli ricordava la sua attività principale, quella di preparatore atletico di una squadra di calcio - commenta la dottoressa Peppe - Abbiamo quindi iniziato uno studio strutturato che prevede l'utilizzo di varie scale di valutazione clinica, e che stiamo ora concludendo".

Adesso i videogiochi sono usati abitualmente all'ospedale Santa Lucia. "Naturalmente, e questo mi preme dirlo - sottolinea la dottoressa Peppe - la console è solo una parte del trial riabilitativo che noi proponiamo al paziente".

Quali prospettive per il futuro? Secondo la dottoressa, l'esperienza si potrebbe estendere anche a pazienti con lesioni vascolari e con altre patologie neurologiche. Ipotizzabile anche l'idea di collaborare con altre strutture italiane per diffondere questo tipo di riabilitazione, e per confrontarsi sui risultati ottenuti.

Resta assodata la natura domestica con cui è nata la console. Caratteristica, questa, su cui magari lavorare per offrire in futuro specifici piani di trattamento. D'altronde, commenta la dottoressa Peppe, il videogioco "È certo un ottimo strumento anche per la terapia domiciliare, magari con monitoraggio telefonico o di videochiamata".

PER INFO:

Il sito della Fondazione Santa Lucia IRCCS


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Roberto Bonaldi


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