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Quali sono i sintomi, le cause e le terapie della vescica neurologica? Ne parliamo con lo specialista urologo

(Publiredazionale)

Un’annosa questione legata spesso alla condizione di disabilità è la cosiddetta vescica neurologica (o neurogena), cioè la disfunzione vescicale causata da un danno neurologico. Per capire meglio di cosa si tratta, quali sono i sintomi, la diagnosi e i trattamenti possibili, abbiamo intervistato il dott. Giorgio Federico, di idoctors.it, specialista in Urologia a Roma.

Cosa si intende per vescica neurologica?
La vescica neurologica è una vescica che, per cause congenite o acquisite, presenta delle disfunzioni specifiche di tipo neurologico. Si tratta nel dettaglio di una compromissione delle basse vie urinarie che si manifesta sostanzialmente con una difficoltà ad urinare, dovuta a una disfunzione nella fase di riempimento e/o nella fase di svuotamento, che può portare ad perdita del controllo intenzionale della diuresi, con consequenziali problemi di incontinenza o ritenzione.

Esistono due tipi di vescica neurologica:
·         la vescica neurologica spastica (o contratta), che si ha quando sono presenti contrazioni involontarie dello sfintere (contrazione e rilascio non sono coordinati), in genere come risultato di una lesione cerebrale o del midollo spinale. I sintomi variano a seconda della sede e della gravità della lesione;
·         e la vescica neurologica flaccida (o ipotonica), cioè una vescica nella quale la pressione è scarsa e non in grado di contrarsi, derivante da un’alterazione dei nervi periferici o una lesione del midollo spinale.
Vi sono inoltre condizioni in cui questa distinzione non è così netta e il soggetto interessato presenta una sintomatologia cosiddetta mista, ovvero con le caratteristiche di entrambi i tipi di vescica neurologica.


Da cosa è causata?

Le cause che possono portare a questa condizione sono tra le più disparate. Le più note sono quelle causate:
·         dal sistema nervoso centrale (ictus, lesioni spinali causate ad esempio da incidenti stradali, sclerosi laterale amiotrofica);
·         da patologie congenite (spina bifida);
·         da altre patologie (morbo di Parkinson, ipertrofia prostatica negli anziani, cancro alla prostata, stenosi uretrali).
Per via della varietà delle cause, la vescica neurologica è definita come una patologia sociale e rappresenta sempre una sfida importante per l’urologo, per via soprattutto delle ripercussioni importanti che ha nell’ambiente sociale del malato.

Quali sono i sintomi di una vescica neurologica?
A seconda del tipo di vescica neurologica, spastica o flaccida, possono insorgere urgenza, frequenza, ritenzione, più complicanze a distanza quali ad esempio l’insufficienza renale.
Nel dettaglio, i pazienti con vescica spastica possono avere maggiore frequenza, nicturia (ripetuto bisogno di urinare durante il riposo notturno), paralisi spastica con deficit sensoriali, ma anche caratteri quali l’urgenza o contrazioni vescicali intermittenti che provocano perdite di urina. Inoltre, lo spasmo dello sfintere durante la minzione può impedire il completo svuotamento della vescica.
Al contrario, chi presenta invece una condizione di vescica flaccida, può avere la tipica incontinenza da sovradistensione: i pazienti trattengono l’urina e hanno perdite costanti goccia a goccia. In genere in questo caso gli uomini presentano anche disfunzione erettile.

È importante quindi una diagnosi precoce della malattia. Come avviene?
La diagnosi della vescica neurologica avviene principalmente con un esame strumentale, l’esame urodinamico, quasi un elettrocardiogramma della vescica. Possono inoltre essere funzionali ad individuare la patologia esami quali:
·         la cistoscopia, un esame che permette di valutare la durata e la gravità della ritenzione urinaria e ricercare eventuali ostruzioni;
·         l’esame del volume residuo postminzionale, utilizzato per di valutare quanta urina rimane in vescica dopo che la persona ha urinato;
·         il dosaggio della creatinina sierica, indicato per valutare la funzionalità renale.

Non essendoci purtroppo una vera e propria cura, quali sono le terapie con le quali si può controllare questa malattia?
La vescica neurologica è causa di patologie importanti, anche ad alto costo sulla spesa sanitaria. Tra i rimedi attualmente utilizzati per convivere con la malattia c’è l’autocateterismo, col quale si inserisce un catetere sterile nel canale uretrale, sia nella donna che nell’uomo, e si svuota la vescia quattro volte al giorno. È tra le terapie più frequentemente utilizzate.

A questo si può affiancare una terapia contenitiva che riduca i toni della vescica con farmaci anticolinergici, cioè farmaci che paralizzano leggermente la vescica e il cui scopo è evitare la ritenzione e che si possano avere danni ai reni.
L’ultima eventualità in caso di questo tipo di vescia neurologica, quando non è più possibile fare il cateterismo a intermittenza perché ad esempio la vescia è troppo disinnergica o quando si ha un ipertono eccessivo, è la rizotomia sacrale, con la quale vengono sostanzialmente tagliati i nervi che sono responsabili della ipercontranzione della vescica.

Ci sono comunque delle ricerche in corso in ambito scientifico? Quali sono gli ultimi ritrovati in quest’ambito?
Essendo una patologia, come dicevo, molto invalidante per il paziente e per chi gli sta intorno, nonché una malattia con un alto costo a livello di spesa sanitaria si è pensato a dei rimedi anche diversi dai soliti. Uno tra questi è l’impianto di un pacemaker sacrale, operazione che viene fatta solo in alcuni centri specifici e in alcune circostanze particolari, che consente di rieducare il comportamento della vescica tramite degli elettrodi posizionati nel midollo sacrale in modo tale da indurre una situazione di pesudonormalità. Non è però un tipo di intervento a cui tutti possono sottoporsi: i pazienti paraplegici, ad esempio, non sono candidabili per questo intervento perché nel loro caso il pacemaker sarebbe inutile.
Tra le altre innovazioni, sempre in alternativa alle terapie farmacologiche, si tentano anche le iniezioni di botulino, con lo scopo di rilassare la vescica, che possono aiutare a mitigare i disturbi causati quali per esempio l’urgenza urinaria. Questo meccanismo ha però breve durata, va infatti reiterato almeno ogni tre/sei mesi, oltre ad avere un costo particolarmente elevato.

Redazione

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