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dislessiaLa scoperta scientifica condizionerà gli interventi terapeutici e riabilitativi?


Un recente studio internazionale, pubblicato sulla rivista scientifica online PlosOne ha messo in discussione le cause della dislessia. Pare infatti che la dislessia sia causata dal sistema fonetico, e non da un’insufficienza fonologica come si è creduto fino ad ora. Questo ovviamente potrebbe modificare gli approcci terapeutici e riabilitativi per i disturbi del linguaggio.

La definizione classica della dislessia è la seguente: €˜disturbo caratterizzato dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà tipicamente derivano da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in rapporto alle abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica.‑¬ (International Dyslexia Association (Ida) 2003)

Lo studio mette quindi in discussione l’eziologia del disturbo in maniera radicale.
Cerchiamo però di capire di che cosa si tratta nel dettaglio. La percezione del parlato impegna almeno due diversi sistemi linguistici: il sistema fonetico e quello fonologico. Il sistema fonetico estrae unità sonore discrete dall’ingresso acustico, mentre il sistema fonologico combina queste unità per formare delle singole parole alle quale attribuire un senso.

Fino a qualche tempo fa i ricercatori ritenevano che la dislessia fosse causata da un’insufficienza fonologica ma, grazie allo studio coordinato dal Dott. Iris Berent della Northeastern University di Boston, si guarda oggi al sistema fonetico. Grazie a questa ricerca, condotta su studenti universitari, è stato possibile valutare la grammatica fonologica di persone dislessiche.  Gli esperimenti hanno dimostrato che la discriminazione fonetica compromette anche la capacità di base di individuare stimoli acustici come il linguaggio umano. Le persone dislessiche sono assolutaente in grado di generalizzare regole grammaticali, sono quindi in grado di generare modelli fonologici.

"I nostri risultati confermano che la dislessia compromette infatti il sistema di linguaggio,ma il problema è fonetico, non fonologico ‑¬â€˜ spiega Berent - La nostra ricerca dimostra che un'analisi più approfondita del sistema linguistico può alterare radicalmente la nostra comprensione del disturbo, e in ultima analisi, il suo trattamento‑¬.
Lo studio di Berent ha visto la partecipazione della Northeastern University of Boston, del Wester Galilee College di Haifa (Israele), della McGill University di Montreal (Canada) e della Harvard Medical Shool.

La dislessia, considerato un disturbo specifico dell’apprendimento, ha una prevalenza variabile sul territorio internazionale. Secondo i dati ufficiali in Italia si aggira intorno al 3, 5%, percentuale che arriva al 7.4 negli Stati Uniti. Pare che in Italia sia meno frequente rispetto ai paesi anglosassoni perché la lingua italiana ha un’ortografia più irregolare della lingua inglese.

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Ilaria Vacca

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