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trapianto gambe L’operazione, per mano del €˜chirurgo dei miracoli‑¬, è durata tredici ore e ha ridato la speranza a un giovane amputato

Il fatto è di quelli che fanno notizia: è stato effettuato in Spagna il primo trapianto di gambe al mondo, a darne notizia sono fonti ospedaliere citate nell'edizione on line di El Mundo. All'ospedale universitario La Fe di Valencia sono stati impiantati gli arti inferiori a un giovane che, privo di entrambe le gambe per un’amputazione che aveva lasciato pochi cm dal bacino, non tollerava le protesi ed era costretto a servirsi di una sedia a rotelle.


L’intervento, durato ben 13 ore, è stato effettuato da un team composto da 35 persone tra anestesisti, immunologi e personale sanitario, sotto il coordinamento di quello che è diventato il primo chirurgo al mondo ad effettuare un’operazione simile: Pedro Cavadas. Nome in realtà già collegato alle cosiddette operazioni impossibili: fu questo chirurgo specializzato in chirurgia ricostruttiva che nel 2006 effettuò il primo trapianto al mondo di una mano, nel 2008 un duplice trapianto di braccia e nel 2009, primo in Spagna, un trapianto di faccia.


Una volta portato a termine l’intervento  - che, per la cronaca, risulta tecnicamente riuscito - si presenta per il paziente la parte forse più difficile: quella del post operazione, in cui si vedrà se e quanto il suo corpo sarà in grado di accettare i nuovi elementi, o se  si verificherà un rigetto. Il monitoraggio sarà in particolare concentrato su nervi, muscoli e vasi sanguigni del paziente, che dovranno appunto integrarsi con parti fino a ieri estranee. Solo al superamento di questo periodo critico si potrà dire se l’intervento sia effettivamente riuscito oppure no, e capire quindi se il paziente riuscirà a usare i nuovi arti come vere e proprie gambe, o se rimarranno comunque elementi estranei, al pari di protesi.


I tempi di recupero saranno comunque lunghi, e in ogni caso, qualora l’intervento si potesse dire riuscito, il paziente potrebbe tornare a camminare non prima di tra un anno, tempo necessario alla ricrescita dei nervi e alla riabilitazione necessaria. Tecnicamente più semplice del trapianto di braccia per il minor numero di tendini da collegare, questo intervento si dimostra maggiormente problematico proprio per la necessaria ricrescita dei nervi e la più impegnativa riabilitazione atta a irrobustire gli arti che devono sostenere tutto il peso del corpo.

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Redazione

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