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farmaci e medicineIl Piano  non contiene i nuovi Lea ma preme sui percorsi diagnostico assistenziali e la rete europea

La Conferenza Stato-Regioni ha approvato nei giorni scorsi il Piano Nazionale delle Malattie Rare, che avrà validità triennale. Si tratta di una intesa che ha come obiettivo quello di creare uniformità sul territorio nazionale sul fronte dei percorsi di cura e intervento per le persone affette da malattie rare – patologie che in Italia interessano tra le 450mila alle 600mila persone.

Tra i punti toccati, l’esenzione dei pazienti da ogni contributo, e coinvolgimento dello Stabilimento chimico farmaceutico militare (SCFM) nell'assicurare la disponibilità a costi ridotti di farmaci e altri trattamenti.

''Abbiamo messo a sistema tutta la catena di formazione, diagnosi precoce, uso dei farmaci e delle terapie - spiega in una nota il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo - cercando di ridurre la variabilità nella qualità dei servizi offerti ai pazienti e nella loro accessibilità, causata soprattutto da differenze in termini di conoscenza ed esperienza sulle singole malattie, che si riflettono inevitabilmente in differenti capacità di diagnosi e follow up nelle diverse realtà regionali e locali. E abbiamo affrontato anche il tema dei costi, esentando questi pazienti da ogni contributo''.

Il piano quindi prevede un intervento non solo sul piano dei costi, ma anche e soprattutto delle cure, definendo un aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza che tenga conto delle malattie rare, potenziando anche la continuità di intervento tra ospedale e territorio. Segnaliamo che di fatto il Piano non contiene i nuovi Lea (quindi non contiene l’aggiornamento dell’elenco delle malattie rare), ma preme sui percorsi diagnostico assistenziali e la rete europea.

Il processo – prosegue la nota - sarà accompagnato da un sistema di formazione con iniziative a livello regionale per l'accreditamento e la certificazione dei laboratori di genetica che si occupano delle diagnosi e, in generale, col potenziamento di interventi per la diagnosi precoce. Quanto alla ricerca, si realizzerà un sistema di tracciamento delle ricerche e valutazione dei risultati.
Sul fronte della prevenzione, infine, si punterà a screening, consulenze preconcezionali e prenatali e promozione di corretti stili di vita.

Ora il Piano inizierà il suo iter per essere approvato nelle singole regini d’Italia.

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Redazione


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