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vetrini e fialetteUn importante studio italiano ha evidenziato come sia possibile, a partire dalle cellule della pelle, creare cellule staminali del cervello utili a ricostruire la mielina danneggiata dalla malattia

E' stato pubblicato la settimana scorsa lo studio condotto da i ricercatori dell'Istituto di Neurologia sperimentale (INSpe) dell'IRCCS Ospedale San Raffaele, coordinati da Gianvito Martino, direttore della Divisione di Neuroscienze dell'ospedale, che dimostrerebbe come le cellule della pelle possano essere trasformate in cellule staminali del cervello. La scoperta è estremamente importante perché apre a eventuali utilizzi della tecnica per una applicazione contro le malattie infiammatorie del sistema nervoso, come la sclerosi multipla.

Lo studio, che è stato condotto su modelli murini, mostra come le cellule della pelle, trasformate in staminali del cervello, una volta impiantate in un modello sperimentale di sclerosi multipla, siano in grado di ricostruire i danni alla mielina che la SM comporta, con conseguenti problemi neurologici.
La sclerosi multipla infatti è una malattia che colpisce progressivamente la mielina, il rivestimento del sistema nervoso. Nella  SM la demielinizzazione, causata da eventi infiammatori di cui non si conosce al momento l'origine, provoca dei danni in diverse aree del cervello e del midollo Spinale che si traducono in handicap psico-fisici.

La novità data da questo studio non è tanto quella della riprogrammazione cellulare (ovvero della trasformazione delle cellule della pelle in cellule staminali embrionali prima e staminali del cervello poi), scoperta peraltro per la quale Shinya Yamanaka  ha ricevuto il premio Nobel per la Medicina lo scorso anno, ma il suo potenziale terapeutico in malattie infiammatorie del sistema nervoso centrale. Questa scoperta riduce quindi l'entità del danno e sollecita inoltre la produzione di nuova mielina ad avvolgimento dei nervi danneggiati dall'infiammazione. Il miglioramento della malattia sarebbe sia clinico che neuropatologico.

Lo studio, eseguito in collaborazione con il gruppo di Elena Cattaneo, Università degli Studi di Milano, e finanziato principalmente da National Multiple Sclerosis Society (NMSS) e da AISM - Associazione Italiana Sclerosi Multipla con la sua Fondazione (FISM) è un ulteriore tassello nella ricerca di terapie a base di cellule staminali per contrastare la Sclerosi Multipla. Elemento non di poco conto, il fatto che le cellule possono essere ottenute dallo stesso paziente e poi reimpiantate nello stesso, dopo la riprogrammazione cellulare in laboratorio. Anche se terapie a base di cellule staminali neurali si erano già in passato dimostrate efficaci nei modelli sperimentali di sclerosi multipla, questa nuova scoperta relativa all'effetto terapeutico delle staminali derivate dalla pelle è un ulteriore e deciso passo in avanti perchè potrebbe, in un futuro non lontano, far sì che cellule staminali neurali vengano prodotte dal paziente stesso, evitando problemi di rigetto ed effetti collaterali imprevedibili.

Al momento le terapie attualmente a disposizione dei malati sono basate principalmente sull'utilizzo di farmaci immunosoppressori o immunomodulanti; tali farmaci hanno però hanno un'utilità soprattutto preventiva, poiché non hanno effetto terapeutico nelle fasi tardive di malattia e/o quando il danno mielinico si è già instaurato. Il costo sociale della patologia è davvero alto (circa 38-39.000 Euro a paziente per anno).  La speranza è quindi che un nuovo percorso terapeutico efficace possa svilupparsi da queste basi. "La strada rimane comunque ancora lunga anche se i presupposti ci sono tutti. La speranza è quindi che nei prossimi anni tutto questo sforzo possa portare ad un miglioramento dell'armamentario terapeutico a disposizione dei malati con sclerosi multipla" afferma Gianvito Martino, coordinatore dello studio.



PER INFO:

www.hsr.it


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