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mani che si aiutano L'accumulo di rame potrebbe essere una delle cause della malattia. Sotto accusa anche l'alcol; meglio uno stile di vita sano e un'alimentazione attenta

L'Alzheimer è una patologia neurodegenerativa grave e disabilitante che colpisce oggi circa il 5 percento della popolazione sopra i 60 anni. Si tratta di una patologia provocata da una alterazione delle funzioni cerebrali, che comporta una serie di difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività , in quanto colpisce sia la memoria che le funzioni cognitive, e questo si ripercuote sulla capacità di parlare e di pensare.

Ad oggi non esistono farmaci in grado di fermare e far regredire la malattia, ma solo trattamenti sintomatici. Non si conosce nemmeno la causa scatenante della patologia, anche se è ormai noto che essa sia causata dall'accumulo delle placche amiloidi nel tessuto cerebrale.
Alcuni recenti studi hanno ipotizzato che le cause dell'Alzheimer dipendano da fattori ambientali.

IL RAME NEL CERVELLO - Secondo uno studio pubblicato poche settimane fa sulla prestigiosa rivista Proceedings of National Academy of Sciences  l'accumulo di rame nel sangue potrebbe favorire l'insorgenza e la progressione dell'Alzheimer. Secondo i ricercatori il pericolo è dato dall'accumulo nel metallo nel tempo, che a lungo andare può compromettere la produzione del peptide beta-amiloide, responsabile della malattia.
Il rame però è un metallo comune, presente in molti cibi, e a volte anche nell'acqua. E' un metallo 'utile', serve infatti allo sviluppo osseo, del tessuto connettivo e anche allo stesso sistema nervoso. Solo l'eccesso di rame sembra dunque essere pericoloso, perché può causare la rottura della barriera ematoencefalica e interrompere la funzione della proteina Lrp1, normalmente deputata allo smaltimento del beta-amiloide, che così si accumula danneggiando il sistema nervoso.

Non è ancora possibile sostenere che l'eccesso di rame sia una causa dell'Alzheimer, perché la ricerca è stata condotta sul modello animale. Nel frattempo però lo studio suggerisce la necessità di trovare un equilibrio tra il consumo eccessivo e il consumo eccessivamente ridotto di questo metallo.

LE ABITUDINI NEGATIVE - Il rame non è l'unico caso di sostanza 'potenzialmente dannosa'.  L 'Alzheimer Society inglese ha infatti individuato una correlazione tra l'alcol e le demenze, tra cui l'Alzheimer. Una ricerca recente ha infatti letteralmente processato i cosiddetto  'binge drinking': l'assunzione di 5 o più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve, molto di moda tra le generazioni dei più giovani. Sembra chiaro quindi che se un bicchiere di vino durante i pasti può essere benefico, l'eccessivo uso di alcol danneggia il cervello.

L'ALIMENTAZIONE - Come possiamo dunque pensare che la nostra alimentazione non condizioni la salute? L'alimentazione  sana e lo stile di vita attivo ci fanno stare bene, quindi è probabile che possano aiutarci a stare bene più a lungo.
Via libera quindi a una dieta equilibrata,  poca carne rossa (ricca di rame), frutta fresca e verdura di stagione, possibilmente condita con dell'ottimo olio extravergine di oliva, possibilmente italiano. A questo proposito, un recente studio sostiene infatti che l'olio d'oliva sia addirittura in grado di ridurre il rischio di sviluppare la malattia neurodegenerativa. Pubblicata sulla rivista ACS Chemical Neuroscience  la ricerca dimostra che l'oleocantale (un componente dell'olio d'oliva) sembra essere in grado di evitare la formazione delle proteine beta-amiloidi, associate alla comparsa della patologia.


Per ulteriori informazioni sulla malattia di Alzheimer potete consultare il sito www.alzheimer.it


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Ilaria Vacca


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