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cartella clinicaPrima nel mondo, parte la sperimentazione al San Filippo Neri della "cartella clinica umana", dove i racconti dei pazienti saranno inseriti insieme a esami e anamnesi

Chi meglio di noi stessi conosce la nostra storia, con i nostri trascorsi e le varie vicende che hanno interessato la nostra salute? Certamente nessuno, e il bagaglio di informazioni che la narrazione in prima persona della propria "storia clinica" può trasmettere è senz'altro ricchissimo sotto diversi profili. Non è un caso che il rapporto con il proprio medico di base rappresenti il primo e più importante tassello per una iter terapeutico proficuo.
E' dunque da questo presupposto che è stata attuata, prima nel mondo, la realizzazione della "cartella clinica umana", messa a punto all'ospedale San Filippo Neri.


In pratica, saranno i pazienti a raccontare e scrivere, di loro pugno, le loro storie personali che saranno inserite nella cartella clinica, esattamente come esami ed anamnesi. Si tratta di una prassi assolutamente innovativa, volta appunto ad arricchire il profilo clinico del paziente, così da averne una visione completa, anche sotto aspetti non strettamente medici. Il modello su cui ci si è basati è un modello di narrazione  ideato dalla scrittrice Rosalba Panzieri, con la direzione scientifica del Professor Massimo Santini, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare e Presidente della società   mondiale di ritmologia.

Ed è proprio la molteplicità degli aspetti coperti da questo strumento, ad essere sottolineata dal Professor Santini, che afferma: ''Inserire in cartella clinica, come proposto dalla scrittrice e condiviso da noi medici e dalla Direzione di questo ospedale, il profilo individuale disegnato dal paziente, oltre ad essere una prassi assolutamente innovativa in campo sanitario, consente al medico di capire in pochissimo tempo anche le caratteristiche personali, sociali, psicologiche del paziente, rivelando quindi una utilita' che si riflette sui fini globali dell'assistenza''.

Nello specifico, si tratta del cosiddetto ''modello narrativo Alfa'', nel quale il paziente narra chi è, quali preoccupazioni gli sono prossime, ma anche quali desideri tiene a realizzare, risolve l'esigenza di uno spazio di espressione, nel mezzo del percorso terapeutico, che sia scevro di pregiudizi e condizionamenti nel quale l'individuo può raccontare chi sente di essere, in qualsiasi declinazione si percepisca, senza timore di misurazioni o valutazioni diagnostiche, sviluppando anzi un concetto di accoglienza dell'unicità dell'individuo da cui la medicina non può prescindere e che assume una importanza rilevante per il buon esisto delle cure mediche.

Si può a tutti gli effetti parlare di rivoluzione nella metodologia assistenziale, dove il paziente, prima ancora che la sua patologia, viene messo al centro. Il metodo della cartella clinica umana è il risultato del primo laboratorio di ricerca stabile in Italia 'letteratura e teatro in corsia', realizzato dalla scrittrice presso il S.Filippo Neri in collaborazione con il Professor Santini e con il Professor Vincenzo Loiaconi, Direttore della Chirurgia delle Aritmie.

Raccontarsi nella malattia sembra dunque sempre più importante non solo sul piano psicologico, ma anche clinico. Una bella strada che forse vale la pena di percorrere.


Per info:

Ospedale San Filippo Neri


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Redazione


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