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Dopo la legge sulla equiparazione di tutti gli stupefacienti, approvata alla Camera come stralcio del decreto legge sulle Olimpiadi, ecco la svolta: è arrivato un primo sì all'introduzione dei farmaci antidolore contenenti i principi attivi derivati dalla cannabis. E le polemiche non mancano, in seguito al via libera che il 19 ottobre scorso il Cdm ha dato a due ddl presentati dal ministro Livia Turco sui farmaci antidolore e sul parto indolore
Il primo provvedimento prevede una semplificazione delle prescrizioni per i farmaci della terapia antidolore, compresi quelli che contengono principi attivi derivati dalla cannabis. Il secondo ddl introduce nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) la possibilita' di accedere all'anestesia epidurale nella struttura pubblica.

Noi di Disabili.com abbiamo raccolto il parere dell'associazione Medicalcannabis (ACT) che da anni si batte a favore dell'uso terapeutico dei derivati della cannabis. Questa la dichiarazione rilasciata da Claudio Cappuccino, segretario ACT:

"Ovviamente siamo molto felici dell'iniziativa del ministro Turco, ma forse è prematuro pronunciarsi in modo troppo entusiastico. Dobbiamo infatti aspettare se, come e quando il DDL verrà tradotto in legge dal Parlamento (occorre l'approvazione di entrambi i rami) prima di poter dare un giudizio definitivo. Inoltre ci preme sottolineare due carenze del DDL, che lasciano irrisolti due grossi problemi per i malati che hanno bisogno di questi farmaci:

1) la procedura di importazione non viene semplificata.
Il problema per i malati (ma anche per i medici e per i farmacisti) sta nella complessità e nella lentezza della procedura, e nel fatto che la richiesta di autorizzazione al Ministero va inoltrata ogni volta che si ha una nuova prescrizione medica per il farmaco.

2) non c'è una chiara decisione su chi si assume il costo del farmaco. Fino ad oggi, alcune ASL hanno coperto il costo, mentre altre lo hanno addebitato interamente ai pazienti.

A nostro avviso, dovrebbe essere garantita la gratuità delle cure con i farmaci a base di cannabis / cannabinoidi, trattandosi - praticamente nella totalità dei casi - di malati affetti da serie patologie croniche."

Anche Ignazio Marino, medico e presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato, ha commentato positivamente il provvedimento promosso dal ministro della Salute dichiarando: "È una decisione giusta che contribuisce a promuovere e a facilitare l'accesso ai farmaci contro il dolore che, a causa di macchinose difficoltà burocratiche, difficilmente vengono prescritti. Alleviare il dolore sia nei malati terminali che in chi ne soffre di dolore cronico in generale non è solo un obbligo per il medico, ma deve poter essere un diritto del paziente. È assolutamente irragionevole - sottolinea il senatore - voler negare tale diritto, anche perché, e lo voglio sottolineare, introdurre la cannabis nell'uso terapeutico non ha nulla a che vedere con la legge sulla droga e con gli spinelli. I farmaci antidolore - conclude - anche quelli derivati dalla cannabis, hanno un effetto positivo su molti disturbi dei malati, e non solo terminali".

Non mancano per altro commenti negativi, come quello di Maurizio Gasparri (An): "La Turco mette ticket di ogni tipo per pronto soccorso e ricoveri e vuole invece regalare la droga. Io ho molti dubbi sull'opportunità di varare un disegno di legge sull'uso terapeutico della cannabis… questa possibilità viene discussa da molti anni nel mondo scientifico, ma è chiaro che i presunti effetti antidolorifici della cannabis, sono conseguibili attraverso moltissimi farmaci gia' in commercio; non si capisce quindi, l'urgenza di questo tipo di provvedimento, che, probabilmente, piu' che a effetti terapeutici, guarda all'obiettivo di rendere accettabile l'uso della droga. Si aprirebbero, se fosse approvato questo disegno di legge mille discussioni, nel caso in cui si scoprisse qualcuno intento a coltivare marijuana, e pronto a dire che lo fa per scopi terapeutici; sono, quindi, molto perplesso su questa proposta e, in Parlamento, credo certamente non da solo, mi battero' perche' le cure si facciano, con i tanti farmaci gia' in circolazione. Al di la' delle ipocrisie e delle bugie che vengono diffuse l'obiettivo e' chiaro: dare la sensazione che la cannabis sia una sostanza positiva e che, quindi, anche chi non la usa a scopo presunto terapeutico, in fondo, non fa nulla di male; l'obiettivo vero e' la legalizzazione delle droghe".

'Nessuna scorciatoia alla legalizzazione delle droghe. In Italia sono in commercio centinaia di tipi di antidolorifici, anche molto potenti. Non possiamo far creder agli italiani che assumere la cannabis sia un fatto positivo. Quella e' e resta una droga. La Turco pensi a garantire un servizio sanitario efficiente, piuttosto che a regalare cannabis'.
Cosi' Enrico Montani, capogruppo della Lega in commissione Affari Sociali alla camera, sulla decisione presa nel Consiglio dei ministri a proposito dell'uso della cannabis per le terapie antidolore

Grande soddisfazione esprime, invece, il Presidente della Societa' Italiana di Cure Palliative, Furio Zucco: "Il Decreto recepisce integralmente la proposta di abolizione del ricettario speciale per la prescrizione degli stupefacenti contro il dolore severo, prevista dalla petizione indirizzata al Ministro della Salute dai medici, dagli infermieri e da tutti gli iscritti alla Societa' Italiana di Cure Palliative".
Zucco afferma che "d'ora in avanti, i medici potranno prescrivere i piu' efficaci farmaci contro il dolore, la morfina e i suoi derivati oppioidi, con il ricettario normale del Servizio Sanitario Nazionale, quello che usano tutti i giorni i medici di famiglia e gli specialisti ospedalieri.
Non vi saranno piu' ostacoli formali e scuse per non prescrivere queste medicine indispensabili per lenire i dolori di oltre 300.000 persone ogni anno, facendo uscire finalmente il nostro Paese dal ruolo di fanalino di coda nella quantita' di consumo pro/capite di oppioidi, un indice della sensibilita' culturale nel trattamento contro la sofferenza".


Altre due importanti innovazioni introdotte dal decreto, dice Zucco, sono l'introduzione nella farmacopea italiana dei derivati di sintesi della cannabis, utili nel controllo di alcuni sintomi dei malati affetti da malattie inguaribili in fase avanzata, e la possibilità da parte del Ministero di introdurre nuove molecole nell elenco dei farmaci oppioidi, attraverso un semplice atto amministrativo, senza la necessita', sinora obbligatoria, di un passaggio legislativo. Nuove conquiste per far si che anche nel nostro Paese i farmaci oppioidi non siano piu' considerati 'droghe' ma farmaci indispensabili per rendere i malati liberi dalla 'malattia dolore' quando il dolore e' 'severo'.

INFO:

Per approfondire ti proponiamo il sito Medicalcannabis.it, oltre al nostro Speciale Cannabis Terapeutica.

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COSA CAMBIA IN ITALIA IN MATERIA DI CANNABIS TERAPEUTICA

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[Diomira Pizzamiglio]

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