
Presentazione ufficiale oggi alla Commissione Ministeriale sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) di una proposta di decreto riguardante l'estensione al personale non sanitario della pratica di broncoaspirazione in malati tracheostomizzati.
Sono più di mille in Italia le persone affette da Sclerosi Laterale Amiotrofica che hanno accettato di vivere con una tracheostomia grazie ad apparecchiature elettromedicali per la respirazione che li mantengono in vita.
Molti di più sono i malati di altre patologie che vivono nella stessa condizione respiratoria.
Ancor oggi, nel nostro Paese, la pratica dellaspirazione delle secrezioni in trachea è riservata al solo personale sanitario.
Considerato che la pratica delle secrezioni avviene mediamente tra le 7 e le 10 volte nellarco delle 24 ore, assistere a domicilio questi malati implica, necessariamente, la presenza continuativa di più infermieri che si alternano durante il giorno e la notte;
quando ciò non si verifica ed è caso frequente i familiari o addirittura il badante praticano la broncoaspirazione nellillegalità.
Lassociazione Viva la Vita Onlus chiede al Ministro della Salute, On. Livia Turco, lemanazione di un decreto che estenda anche al personale non sanitario, previa adeguata formazione e certificazione, di effettuare la broncoaspirazione, proponendo un modello che in altri paesi dEuropa è in vigore da quasi 10 anni.
Lemanazione di un simile decreto consentirebbe finalmente anche in Italia ladozione di nuovi protocolli assistenziali domiciliari per pazienti tracheostomizzati in respirazione meccanica invasiva.
Tali protocolli comporteranno una riduzione sensibile della spesa sanitaria e un notevole miglioramento della qualità assistenziale erogata a domicilio per malati complessi come le persone affette da Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Lerogazione di moduli di 12 o 24 ore al giorno di assistenza infermieristica domiciliare potrà essere trasformata in un modello socio-sanitario in cui linfermiere assume il ruolo di case manager e laiuto alla persona verrà fornito continuativamente da assistenti familiari formati e certificati nella pratica della broncoaspirazione.
Lassociazione Viva la Vita Onlus ha verificato, nei fatti, che la presenza di un infermiere a domicilio per 24 ore, oltre che essere costosa e insostenibile per le Aziende Sanitarie, risulta spesso inutile e motivata soltanto dalla mancanza in Italia di un provvedimento che consenta al personale non sanitario di broncoaspirare.
La formazione di assistenti familiari per la broncoaspirazione e per la gestione ordinaria, laddove sia presente, della nutrizione artificiale, razionalizzerebbe la spesa assistenziale ai malati di SLA e ottimizzerebbe limpiego delle risorse professionali infermieristiche, diffondendo il modello più funzionale di integrazione socio-sanitaria in cui, a fianco di badanti specializzati, potrebbe finalmente operare un infermiere case manager.
Tutto ciò rappresenterebbe il primo risultato immediato e diretto dellemanazione di un decreto ministeriale che consenta la broncoaspirazione a domicilio anche a personale non sanitario, debitamente formato.
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