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Un progetto speciale per un sogno speciale. Stiamo parlando della progettazione del parco per l'Hospice dell'Associazione Advar, Assistenza Domiciliare gratuita "Alberto Rizzotti" di Treviso. L'ideazione del giardino si inserisce nel più ampio ed importante "Progetto Hospice", una casa di accoglienza per malati terminali, fortemente voluta dalla instancabile presidente dell'Advard, Anna Mancini Rizzotti e dall'intera associazione. Questo sogno diventato progetto, sta divenendo realta' proprio in questi giorni dopo aver percorso tante tappe attraverso Comune e Regione, commissioni ed autorizzazioni, e grazie all'intenso lavoro di Anna, dei volontari e degli amici dell'Advard. L'Hospice, che nascera' a Treviso in via Fossaggera, e' una piccola struttura residenziale, adatta ad ospitare 12 persone, attrezzata per far fronte alle esigenze dei malati di tumore in fase avanzata e terminale che non possono essere adeguatamente assistiti a domicilio. Il progetto dell'edificio e' stato seguito dall'architetto Giovanni Fregonese, mentre la progettazione del giardino, una vasta area verde di 6 mila metri quadrati, e' stata curata da un altro amico dell'Advar, Renato Tonon, titolare della Trevigarden, azienda che si occupa di progettazione e realizzazione giardini. Come per tutti i progetti di giardini si e' tenuto conto principalmente della finalita' del fabbricato a cui il giardino fara' da cornice. Quindi e' stato pensato un giardino che fosse fonte di serenita' e pace per l'animo, che fosse luogo di rilassamento ma anche di piacevoli sorprese e di gioia per gli occhi per gli ospiti, i visitatori e gli operatori, che portasse la musica delle foglie mosse dal vento, le fragranze delle varie fioriture e i colori della natura anche a chi non potesse in alcun modo percorrere il giardino. Accanto a queste finalita' che riguardano l'importante sfera delle emozioni ed in particolare delle sensazioni di benessere e tranquillita' che puo' trasmettere il "verde", la natura, sono state tenute attentamente in considerazione le particolari e fondamentali esigenze pratiche e funzionali della struttura: il parcheggio, il passaggio per automezzi speciali, i percorsi per le carrozzine. Il giardino alla fine progettato e' composto da due zone principali, due grandi "stanze" distinte e diverse, perche' diversi sono i loro ruoli ma unite dall'edificio dell'Hospice dove si intersecano. La prima zona comprende il parcheggio, i viali di ingresso al fabbricato e i prati a loro adiacenti. Questa parte dell'area verde e' caratterizzata da linee pulite e lineari che conferiscono un'immagine di sobrieta' al luogo e agevolano l'entrata e il percorso di persone e mezzi. Il parcheggio e' delimitato, nella parte interna, da una lunga siepe di Rosa mutabilis, arbusto di mezz'altezza (1,5-2,5 m..) che impedira' la vista delle automobili dall'hospice. A ridosso degli arbusti e' previsto un filare di tigli, alberi che raggiungono anche i 10 m. di altezza, dalla chioma ad ombrello e dalla spiccata capacita' ossigenante, un'ottima scelta per un parcheggio. Per il lato che costeggia la strada non e' stato previsto nessun intervento bensi' lo sfruttamento della vegetazione già esistente. Esemplari di Liquidambar, Carpinus betulus, Gladisia, Liriodendro, Parrotia persica e Quercus rubra sono stati inseriti ai lati dei percorsi e nei prati in piccoli gruppi ordinati e geometrici nel rispetto di quell'idea di linearità e pulizia di cui si diceva e per agevolare una visione d'insieme a chi entra. I prati sono stati pensati come prati "al naturale", con la presenza di essenze spontanee quali il tarassaco, pratoline ecc. Nella seconda zona dell'area verde si cambia registro e osservando il progetto lo si nota immediatamente. C'e' un cambiamento netto di forme, di masse, di volumi e di colori rispetto alla prima stanza del giardino. Qui il giardino si fa parco, con percorsi sinuosi tra le varie specie arboree, con ampie zone alberate, con numerosi cespugli fioriti e perfino con un laghetto. Alla linearita' e agli spazi geometrici si sostituiscono le rotondita' e la morbidezza delle forme, ad una certa severità dell'entrata si contrappone qui un aspetto libero e "romantico". Una particolare cura e' stata impiegata nella progettazione della zona est del giardino, dove si affacciano le stanze di chi non può in alcun modo muoversi ed uscire, ed e' stata ideata un'ampia e variopinta siepe formata da arbusti tappezzanti da fiore come l'Hypericum, l'Abelia e le rose. Gli esemplari arborei prescelti, come i Liquidambar styracifua,Ginkgo biloba, e Celtius austalis, sono alberature a portamento libero perfetti nel contribuire a dare la sensazione di passeggiare dentro un vero bosco e tra i piu' adatti a fornire le condizioni, piu' in la' nel tempo, per la creazione di un sottobosco. L'attrattiva piu' suggestiva di questo parco e' senza dubbio il piccolo lago, piacevole sosta raggiungibile sia dal sentiero alberato che da brevi viottoli che partono dall'edificio. Sicuramente la presenza dell'acqua addolcisce il paesaggio ed invita a fermarsi e ad osservare. La forma tonda del laghetto e' anch'essa dettata dal desiderio di conferire morbidezza e pienezza al disegno di questa parte del giardino. Attorno allo specchio d'acqua, per ovviare all'obbligo di recinzione ed evitare fredde e rigide strutture, e' stata progettata una ampia aiuola fiorita circolare composta da varie essenze stagionali quali l'Hemerocallis, l'Iris, il Mischantus, la Spirea e la Rosa chinensis. A ridosso del porticato della struttura residenziale e' stata inserita una vistosa aiuola di piante acidofile con azalee, rododendri e pìeris, una vera macchia di colore. Per ingentilire le colonne dello stesso porticato e' previsto anche l'utilizzo di piante rampicanti come clematidi e ricospermi. Infine, l'intero perimetro verra' racchiuso da una fitta siepe "formale" di sempreverde, probabilmente alloro. Questo sara' il giardino dell'Hospice, il giardino della Casa per la dignita' della vita.

Antonella Prigioni - antonella@disabiliforum.com

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