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Nuove speranze per la lotta contro i tumori causati dall'amianto.
E vengono dall'Italia, dove la ricerca oncologica d'avanguardia segna due importanti traguardi, con la pubblicazione di due articoli consecutivi su una delle più prestigiose riviste mediche, il Journal of Clinical Oncology.
Un risultato che apre la strada a nuove strategie di diagnosi e cura, e molto atteso per un tumore che in Italia e nel mondo è purtroppo in forte crescita, specie nelle aree contaminate in Lombardia, Piemonte e Liguria.
Nome tecnico del morbo è mesotelioma, un tumore raro causato dall'esposizione all'amianto, destinato però a raggiungere nei prossimi 10 anni un preoccupante picco di crescita. Motivo in più per apprezzare i risultati ottenuti dalle due ricerche, realizzate da un gruppo di medici italiani coordinati dall'Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

In particolare, il primo studio "Phase II Study of Pemetrexed Plus Carboplatin in Malignant Pleural Mesothelioma" riguarda la sperimentazione di una nuova combinazione di farmaci antitumorali (pemetrexed e carboplatino) per la cura del mesotelioma: "in Humanitas abbiamo verificato come una nuova combinazione chemioterapica con il carboplatino, una molecola poco tossica e ben tollerata, abbia risultati sovrapponibili alle precedenti terapie - spiega il dott. Armando Santoro, responsabile Dipartimento di Oncologia - ma con un significativo impatto sulla qualità di vita durante il trattamento".

Nella seconda pubblicazione, dal titolo "Early Response Evaluation in Malignant Pleural Mesothelioma by Positron Emission Tomography with Fluorodeoxyglucose", si evidenzia come la PET sia uno strumento importante per valutare l'efficacia del trattamento terapeutico e quindi calibrare l'intensità delle cure: "grazie alla PET - spiega il dott. Giovanni Luca Ceresoli, oncologo di Humanitas - è possibile valutare in fase precoce la responsività del paziente alla terapia sperimentata, permettendo un approccio personalizzato".

  • Mesotelioma cos'è
    "Il mesotelioma è un tumore raro ma molto aggressivo", spiega il dott. Ceresoli, che insieme al dott. Santoro è coautore dei due importanti articoli. "Milioni di persone nel mondo sono stati negli ultimi 30 anni esposti all'amianto: direttamente, se hanno lavorato nell'estrazione di questa sostanza. Indirettamente, se hanno lavorato a contatto con l'amianto, per esempio in cantieri navali o in cementifici o se hanno vissuto vicino a zone direttamente interessate all'estrazione o alla lavorazione dell'amianto come miniere o industrie".
    "I casi di mesotelioma
    - spiega il dott. Santorosono preoccupantemente aumentati negli ultimi anni e sono destinati a crescere ancora. Ma, rispetto a soli pochi anni fa, la prognosi di questa patologia è migliorata, arrivando ad aumentare sensibilmente le prospettive di vita".

  • La diffusione della malattia
    L'incidenza del mesotelioma nei paesi europei varia da 15 a 33 casi ogni milione di abitanti (in Italia è di 19 casi per milione di abitanti). Secondo uno studio del New England Journal of Medicine, nei prossimi 40 anni sono previsti 250.000 decessi per mesotelioma in Europa, 72.000 negli Stati Uniti, 103.000 decessi in Giappone e 30.000 in Australia. Dati preoccupanti arrivano soprattutto dai Paesi in via di sviluppo, come l'India, dove le attività di estrazione e lavorazione dell'asbesto riguardano ancora un numero considerevole di addetti, e dove solo recentemente sono state intraprese rigorose misure di prevenzione.
    In Italia la legge 257/92 ha imposto la cessazione dell'impiego dell'amianto, ma esposizioni avvenute anche 30 anni prima possono causare l'insorgere di questa patologia. Le aree geografiche dove si sta maggiormente concentrando il mesotelioma sono le zone industriali ed i cantieri navali: per l'Italia settentrionale sono interessate le aree di Casale Monferrato (AL), la provincia pavese, Monfalcone, La Spezia e Genova.

INFO:

Il sito del Journal of Clinical Oncology

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Il sito dell'Istituto Clinico Humanitas

Su Humanitas vedi anche:
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[Redazione]

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