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Per una notizia che fa perdere speranze sull'impiego delle cellule staminali, ne arriva un'altra che ci carica di ottimismo. E fa piacere sapere che, se la prima arriva dalla lontana Corea, l'altra proviene da casa nostra, Vicenza nello specifico. Si tratta di uno dei cento casi al mondo in cui delle cellule staminali vengono utilizzate per ricostruire una cornea bruciata.
 
Chi ci ha deluso è stato invece Hwang Woo Suk, divenuto famoso (e avvicinandosi addirittura al Nobel) lo scorso maggio per aver creato cellule staminali clonate su misura, utilizzando cellule di 11 pazienti afflitti da malattie ritenute fino ad ora incurabili: il morbo di Parkinson, il diabete e la lesione del midollo spinale; l'obiettivo della ricerca era quello di curare in modo efficace queste malattie, inserendo nei pazienti cellule staminali clonate in grado di ricreare tessuti sani.
Ci ha lasciato l'amaro in bocca per due motivi.
Il primo aver falsificato i risultati di quelle ricerche. Lo ha accertato una commissione d'inchiesta indipendente di nove membri che ha ripetuto quegli stessi esperimenti evidenziandone la falsità. In questi giorni infatti, è arrivata ufficialmente la doccia fredda: i dati forniti da Hwang erano fabbricati intenzionalmente.
E poi, conseguenza di questa vicenda, la sfiducia nei confronti della scienza. E negli scienziati. Perchè Hwang si è difeso fino all'ultimo, proclamandosi innocente. Di più: sostenendo che il suo gruppo di ricerca "ha creato davvero 11 cellule stamonali clonate 'su misura', e dispone della tecnologia per continuare a farlo. Non ci sono stati nè falsi nè frodi". Però, una volta emerso l'inganno, non ci ha pensato due volte a dimettersi dall'incarico di professore all'Università di Seul.
 
Da Seul a Vicenza la distanza è parecchia, quanto basta per respirare tutt'altra atmosfera. Di ottimismo. Protagonista della storia una donna di 43 anni, quasi completamente cieca per un danno irreversibile alla cornea e la perdita quasi totale dell'occhio destro. Il normale trapianto di cornea non era possibile, perchè una zona della cornea, il limbus, divorata dalla causticazione, era morta, e la congiuntiva si era infiltrata nello spazio vuoto, facendo proliferare un gran numero di cellule improprie di colore biancastro, ricche di vasi sanguigni.
L'unica soluzione restava il trapianto di cellule staminali.
Massimo Pedrotti, primario al S.Bortolo di Vicenza, ha prelevato delle cellule staminali dall'occhio sano della donna e le ha inviate alla banca degli occhi di Mestre, con la quale Vicenza collabora da tempo. Ed è stato in questo centro di riferimento mondiale che le cellule sono state coltivate e riprodotte. Nel giro di alcuni mesi le 100 staminali originarie si sono moltiplicate. Così nei giorni scorsi la Banca mestrina ha inviato a Vicenza un telo amniotico spalmato di milioni di staminali, ed è proprio questa membrana che, ieri mattina, nella sala operatoria del S. Bortolo, Pedrotti ha trapiantato nell'occhio della paziente, ricoprendo la cornea bruciata.
L'intervento, molto delicato, che esige precisione massima, è durato due ore e tutto è andato per il verso giusto, anche se solo fra 6 mesi si saprà se il trapianto ha attecchito o si dovrà rioperare per inserire altre staminali.
 
Leggi l'articolo pubblicato a maggio da Disabili.com sulla scoperta del prof.Hwang
IL FUTURO E' NELLE STAMINALI SALVA-NEURONI
 
Link al sito dell'Ospedale San Bortolo
 
Per saperne di più vedi il sito Neurologyonline
 
Sito della Sin - Società italiana di neurologia
 
LE CELLULE STAMINALI NEL TRATTAMENTO DELLE MIELOLESIONI
 
LE CELLULE STAMINALI TRAPIANTATE NEL CUORE
 
Leggi anche il nostro Speciale Cellule staminali

[Francesca Lorandi]

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