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Un vaccino contro la cocaina, che presto potrebbe sbarcare in Italia.
La notizia è veramente molto importante, perchè ad oggi non si conosce alcun prodotto farmaceutico per contrastare gli effetti della cocaina. La fattibilità della sperimentazione anche nel nostro paese sarà al centro del congresso internazionale in programma a Verona il 5 e 6 giugno.

A presentare il convegno e il progetto del vaccino, che in Italia dovrebbe partire dal Veneto, è stato l'assessore alle politiche sociali Antonio De Poli, mentre per la parte tecnica è intervenuto Giovanni Serpelloni direttore dell'Osservatorio sulle dipendenze della Regione Veneto.

In Italia i consumatori stimati sono circa 300.000 (fonte CNR) e sono circa 50.000 le persone in trattamento a livello europeo di cui circa 17.000 in Italia con un incremento del 12% dall'anno precedente.
Si è passati da un uso "elitario" riservato a quella fetta di popolazione che poteva acquistare questa costosissima droga, ad un uso generalizzato che non distingue più le classi sociali in quanto il costo di tale sostanza è talmente basso che è facilmente acquistabile. Questa strategia di mercato, messa in atto dagli spacciatori per acquisire sempre nuovi clienti, amplifica il fenomeno rendendolo ancor più preoccupante e di vaste dimensioni.

Il vaccino impedisce che le sostanze raggiungano i recettori del cervello 'accendendo' gli ormoni del piacere. Di fatto è come non assumere la sostanza, che non provoca alterazioni, perchè viene bloccata prima di produrre il suo effetto. E funziona 100 casi su 100.
La sperimentazione, partita da Stati Uniti e Gran Bretagna dal 2001, ha avuto ottimi risultati in fase 1 e 2, cioè su cavie e su piccoli gruppi (fino a 120 persone). Ora si è alla fase 3, cioè bisognerà passare a gruppi più grandi.
La partecipazione dell'Italia dipenderà dall'autorizzazione del Ministero della Salute, e dalla fattibilità che verrà verificata dal gruppo di lavoro internazionale a Verona. Tra i problemi principali la preparazione degli operatori, che verrà curata con la pubblicazione di un voluminoso manuale, distribuito a partire da Verona.

In particolare il vaccino, attivo dai 3 ai 6 mesi dalla somministrazione, verrà proposto alle persone a rischio ricadute dopo un primo periodo di disintossicazione. Ma le valutazioni potrebbero coinvolgere anche altre casistiche, a seconda delle valutazioni mediche, bioetiche, politiche.

Un passo avanti decisivo, ma non una bacchetta magica che risolverà tutti i problemi: per curare queste forme patologiche, il vaccino da solo non basta, se non è accompagnato da un mirato trattamento psico-sociale.

INFO:

Per saperne di più si veda il sito specifico del progetto

Il sito dell'Osservatorio sulle dipendenze della Regione Veneto 

Vedi anche i seguenti articoli:
NO ALL'ABUSO DI PSICOFARMACI PER I BAMBINI "VIVACI E DISATTENTI"

INCIDENTI SUL LAVORO: IL VIDEO CHOC DI TOSCANI PER INFORMARE I GIOVANI

[Alberto Friso]

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