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E' una patologia sulla quale, da sempre, si concentrano false credenze e ingiustificate discriminazioni. Un atteggiamento che rischia di qualificarla come "un male oscuro", del quale è meglio non parlare. Ingiustamente, dal momento che l'epilessia colpisce quasi un italiano su 100, per un totale di circa 600 mila persone affette e 25 mila casi diagnosticati ogni anno; cifre queste che la collocano al terzo posto in termini di costi, dopo le patologie cardio-vascolari e quelle con deficit intellettivo e sensoriale. Si tratta di una malattia cronica, caratterizzata dal ripetersi di crisi, che può colpire in qualunque momento della vita, pur manifestandosi soprattutto in età infantile e durante la vecchiaia.

Di epilessia se ne sa poco, per questo è importante, prima di tutto, sgomberare il campo da pregiudizi e ignoranza per arrivare a conoscerne la vera natura: è l'obiettivo che la LICE  - Lega Italiana contro l'epilessia - e l'AICE  - Associazione contro l'epilessia - si pongono da anni e che le porta a scendere nelle piazze, in mezzo alla gente. Per informare e sensibilizzare.

E anche il primo maggio medici e volontari saranno a disposizione dei cittadini che vorranno documentarsi e saperne di più sull'epilessia. L'occasione è la quarta edizione della "Giornata nazionale per l'Epilessia", quest'anno sostenuta anche dalla Lega Calcio, che il 16 e il 17 aprile ha sponsorizzato l'evento presso i campi da gioco di serie A e B. E dagli stadi la campagna attraverserà le città italiane (dove questo fine settimana saranno allestiti punti di informazione) e i programmi radio-televisivi locali e nazionali.

"La giornata per l'Epilessia" punta a richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica anche sulle problematiche di ordine sociale e psicologico determinate da questa malattia, e che vedono l'AICE impegnata quotidianamente nel riconoscerle e nell'affrontarle. Questa Associazione, insieme alla LICE, è al momento impegnata in altre due azioni: da una parte la garanzia di accesso a percorsi di integrazione - nella scuola, nella formazione e nel lavoro - per chi è affetto dalla patologia. E poi la rimozione, per chi è guarito, delle limitazioni che vengono imposte alla persona epilettica.

Dall'epilessia, infatti, si può guarire. Esistono alcune forme della malattia che si risolvono spontaneamente. Altre invece persistono nel tempo ma rispondono alla terapia farmacologica. Ci sono tuttavia forme che sono resistenti ai farmaci, e in alcune di queste situazioni è possibile effettuare un trattamento chirurgico.

Le ricerche stanno comunque facendo passi in avanti: fondamentali gli studi che hanno evidenziato che diversi fattori genetici svolgono un ruolo importante nel determinare la predisposizione a diverse forme di epilessia, anche se non si è ancora capito se e in quale misura questi fattori siano in grado di opporre resistenza alla terapia farmacologica.

Per conoscere la piazza più vicina a casa tua, visita il sito www.lice.it

AICE - Associazione contro l'epilessia

Link al sito della Lega Calcio

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[Francesca Lorandi]

 

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