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Le hanno definite "cellule staminali politiche", perchè, forse, riusciranno a mettere d'accordo tutti. Se non altro raccoglieranno consensi tra coloro che si sono fino ad ora opposti alle staminali ottenute da embrioni umani. I risultati di due ricerche condotte in America hanno dimostrato come sia possibile ottenere staminali senza distruggere embrioni: fino ad ora sperimentate solo sui topi (ma ben presto se ne verificherà l'efficacia su embrioni umani) mostrano infatti la possibilità di prelevare staminali senza distruggere la capacità dell'embrione stesso di impiantarsi e svilupparsi nell'utero materno. I ricercatori sono convinti che sia questa la strada per produrre riserve di staminali da utilizzare nella futura medicina rigenerativa. L'obiettivo ultimo, affermano, è trovare nuove terapie per malattie oggi incurabili.

Come si diceva, due sono state le tecniche individuate dai due gruppi di lavoro.
Il primo, guidato da Robert Lanza dell'Advanced Cell Technology (la stessa struttura che nel 2001 annunciò la clonazione del primo embrione umano) ha ottenuto da un'unica cellula cinque linee di staminali. La cellula staminale prelevata dall'embrione di topo ai primi stadi di sviluppo, è stata immersa in un cocktail di sostanze che l'anno fatta moltiplicare e specializzare in cinque linee di staminali in grado di dare origine a cellule nervose, di ossa e di muscolo cardiaco; si sono ottenute anche altre sette linee destinate a sviluppare strutture esterne all'embrione.
L'embrione è stato poi impiantato in utero ed è cresciuto e nato normalmente.
In realtà questa tecnica sarebbe vietata in Italia, perchè si basa su una tecnica molto simile a quella diagnosi pre-impianto, utilizzata in molti Paesi negli interventi di fecondazione artificiale: prevede di prelevare materiale embrionale e analizzarlo per scongiurare malattie prima di impiantare l'embrione nell'utero materno.

La tecnica utilizzata dal gruppo MIT (Massachussetts Institute of Technology) ha prelevato le staminali da embrioni privi dello strato di cellule che li ancora alle pareti dell'utero. Sono embrioni incapaci di crescere e di dare vita ad un organismo, ottenuti alterandone la struttura, cioè disattivando temporaneamente il gene Cdx2, che controlla la produzione delle proteine necessarie per lo sviluppo della placenta, senza la quale nessun embrione di mammifero può crescere e svilupparsi. Ne segue che embrioni di questo tipo in nessun caso possono essere considerate potenziali vite umane.
I ricercatori hanno dichiarato che questa tecnica offre nuove speranze perchè si possano sciogliere alcuni dubbi etici relativi alla ricerca su queste cellule.
 
Il prossimo passo sarà sperimentare le tecniche salva-embrione per ottenere staminali umane. Non avrebbe senso infatti non percorrere tutte le strade disponibili per portare questa tecnica al letto del malato nel tempo più rapido possibile.

Per saperne di più
Link al sito di Nature, una delle principali riviste scientifiche del mondo, che per prima ha pubblicato i risultati delle due ricerche

Link al sito dell'Advanced Cell Technology

Link al sito del MIT (Massachussetts Institute of Technology)

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[Francesca Lorandi]

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